Un volume svela i segreti architettonici della Cattedrale di San Lorenzo

San Lorenzo
di Carlo Maria Ponzi
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Venerdì 3 Settembre 2021, 06:45

“La cattedrale di San Lorenzo a Viterbo. Rilettura di un manufatto architettonico”; è il titolo del volume, edito da Archeoares, scritto a quattro mani dall'archeologo Gianpaolo Serone e dall'architetto Alessio Patalocco, prefato dai docenti Giuseppe Romagnoli (Università della Tuscia) e Saverio Sturno (Università Roma Tre).

Obiettivo dell'opera? «La cattedrale del capoluogo – afferma Serone - rappresenta un paradosso della storiografia artistica del Novecento. L’edificio religioso più importante della città, oggetto di numerosi studi e analisi, di importanti interventi di integrazione, restauro e ricostruzioni in età moderna e post-industriale, tuttavia presenta ancora tanti passaggi problematici e incognite nella narrazione del suo sviluppo secolare».

In effetti, nel corso dei secoli, l’edificio ha subito profonde trasformazioni. «Determinando – sottolinea  Patalocco – una confusione filologica. Basterà citare alcune date: le devastazioni del 1873, con la virulenta applicazione delle soppressioni unitarie dei beni ecclesiastici nel capoluogo viterbese; i successivi restauri del 1878,  che raschiarono fino a pietra viva colonne, cornici e arcate; nel 1933, i lavori di abbassamento della piazza e la costruzione della scalinata davanti alla facciata; nel 1944, i devastanti bombardamenti alleati durante il secondo conflitto mondiale, e il conseguente restauro “in stile” tra il 1947 e il 1952, avrebbero prodotto pesanti trasformazioni».

Il lavoro di Serone e Patalocco è allora partito dalle fonti d'archivio edite e inedite, per poi procedere all'analisi della fabbrica, prendendo in considerazione anche le murature e le aperture con l'intento di definirne le relazioni stratigrafiche rispetto alla struttura. «Tutto questo – rivelano i due autori - ha avuto come fine ultimo quello di raccogliere dati utili a una definizione cronologica sia delle singole parti sia dell'insieme del complesso chiesastico».

Risultato finale? «La conferma che l’impianto della Cattedrale debba essere assegnato ad un ambito cronologico unitario, da collocare sul finire del XII secolo o ai primi anni del XIII, e quindi in diretta relazione con l’installazione della sede vescovile, smentendo in via definitiva la datazione “alta” di una parte della chiesa, suggerita da vari studi in passato e riproposta acriticamente in numerosi scritti di carattere erudito fino ai nostri giorni».

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