«Un riconoscimento per tutto l'ateneo viterbese», il rettore Alessandro Ruggieri commenta l'elezione a presidente del Crul

Il rettore dell'Unitus, Alessandro Ruggieri
di Federica Lupino
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Martedì 21 Novembre 2017, 17:00
Il rettore dell'Università della Tuscia, Alessandro Ruggieri, è il nuovo presidente del Crul, il Comitato regionale universitario del Lazio. Un riconoscimento personale ma anche per l'ateneo che dirige.

Professor Ruggieri, un'elezione per acclamazione: se lo aspettava?

«No, non era nè pianificata nè attesa. Ma gli incarichi come questo, soprattutto se frutto di una condivisione collettiva, non si possono rifiutare. Mi fa piacere soprattutto per la stima e la fiducia che i colleghi rettori hanno riposto in me. Mi fa piacere anche che molti colleghi dell'Ateneo abbiamo apprezzato l'elezione in quanto è la dimostrazione della reputazione complessiva dell'Ateneo».

Di recente ha dichiarato di essere uno degli ultimi a uscire dall’ufficio. Come riuscirà adesso a conciliare i suoi impegni con il ruolo di presidente del Crul?

«Non sarà facile ma come sempre mi organizzerò e rafforzerò la squadra che mi aiuta facendo crescere i principi della responsabilizzazione e della condivisione. Indubbiamente avrò lavoro in più perchè alcune questioni importanti, anche se vengono istruite dai collaboratori, debbono essere studiate e approfondite personalmente per comprenderne tutti gli aspetti a fondo e poterne discutere con gli altri».

Quali sono i compiti del Comitato?

«Il compito principale del Comitato è quello di fornire pareri per l'istituzione di nuovi corsi di studio da parte delle università che hanno sede nel Lazio. Ma negli ultimi anni ha svolto un compito autentico di coordinamento delle attività delle università laziali, sviluppando alcune importanti iniziative di alto profilo culturale, che hanno contribuito a rafforzare la visibilità del sistema universitario regionale nel suo complesso».

Come può influire questa struttura sulla vita quotidiana degli studenti?

«Innanzitutto adempiendo ai suoi compiti istituzionali. Già coordinare le diverse iniziative delle università laziali sul piano dell'offerta formativa, evitando sovrapposizioni e rafforzando le collaborazioni, può contribuire ad accrescere le opportunità per gli studenti. Inoltre il Comitato può svolgere un importante ruolo di ascolto e supporto agli studenti per quanto riguarda alcune esigenze comuni, quali le borse di studio e la logistica».

A caldo, commentando la notizia, ha detto che lavorerà anche per garantire piena esecuzione ai diritti degli studenti. Ci faccia qualche esempio

«Penso innanzitutto al diritto allo studio. Su questo fronte, come ho già avuto modo di dire in altre occasioni, la Regione negli ultimi anni ha fatto molto, ma ci sono secondo me i margini per migliorare. Poi penso anche a qualche ulteriore progetto che accresca le opportunità per la residenzialità nei poli universitari e migliori i trasporti rendendo veramente integrata. Su quest'ultimo punto sono certo di avere un pieno supporto della Regione in quanto si tratta di una delle politiche regionali strategiche, più volte evidenziata in pubblico anche dal Presidente».

Qual è a suo avvisto lo stato di salute delle università laziali e come si inserisce in questo quadro l’ateneo viterbese?

«Lo stato complessivo delle università laziali è buono, con una offerta formativa e di ricerca ampie e diversificate, e con delle punte di eccellenza di assoluto valore opportunamente distribuite tra i vari atenei. Non per niente il Lazio è 'la Regione dell'Innovazione'. L'Ateneo viterbese fa parte a pieno titolo di questo contesto, con delle eccellenze e delle specificità riconosciute e apprezzate, e collabora in modo sinergico, sia sulla didattica che sulla ricerca, con la maggior parte degli altri atenei laziali. Desidero sottolineare che il nostro posizionamento eccellente si basa su valori di rispetto reciproco con gli altri ateneo ma anche su caratteristiche di assoluta qualità che consentono al nostro ateneo di esprimere una posizione di eccellenza a livello nazionale e di mantenere la sede di una università pubblica in una città di piccole dimensioni come Viterbo.

Che ruolo secondo lei potranno avere gli enti locali, soprattutto la Regione, nella crescita delle università laziali?

«Come ho già detto la Regione esercita un ruolo fondamentale, soprattutto per quanto riguarda il tema del diritto allo studio. Inoltre, rappresenta la porta d'ingresso sull'Europa per tutto quello che riguarda i diversi ambiti di progettazione europea dalla ricerca alle azioni di supporto. Penso quindi all'opportunità, in accordo con la Regione, valorizzando le qualità dei singoli atenei, di continuare a investire in alcune filiere produttive strategiche, rafforzando il ruolo della ricerca, dell'innovazione e della co-progettazione con le imprese, e e contribuendo cosi a rendere più solido il sistema regionale dell'innovazione nel suo complesso».
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