Triplicati i kit scuola ma non basta. Allarme dell'emporio: «Tante famiglie viterbesi in difficoltà»

Triplicati i kit scuola ma non basta. Allarme dell'emporio: «Tante famiglie viterbesi in difficoltà»
di Simone Lupino
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Giovedì 8 Settembre 2022, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 18:31

Più che triplicato da prima dello scoppio della pandemia il numero di bambini viterbesi a cui l’emporio solidale fornisce un kit scolastico in vista del ritorno sui banchi. Uno sforzo enorme. Eppure non basta a soddisfare le richieste che arrivano: “Tantissime e crescenti, in città c’è una emergenza”, spiega Stefania Insogna, docente a riposo e coordinatrice dei progetti educativi promossi dal minimarket, sempre più centro di sostegno a 360 gradi per le famiglie in difficoltà, non solo per l'approvvigionamento dei generi alimentari primari. Sabato scorso la giornata di donazioni dedicata alla raccolta di materiale scolastico, organizzata presso il centro commerciale Ipercoop. Ecco il bilancio.

“La giornata è andata molto bene, da questo punto di vista – dice Insogna -. Quest’anno da 132 kit che avevamo previsto ne siamo riusciti a preparare anche di più: 145”. L’emporio era partito tre anni fa con 40 kit, come ricordato alla vigilia dell’iniziativa dal presidente Domenico Arruzzolo. Una crescita che va di pari passo con l'aumento delle famiglie assistite (oggi 250). “Lunedì - prosegue la volontaria – abbiamo già iniziato la distribuzione degli zaini. All'interno contengono astucci, quaderni, penne, colori, tutto il necessario, secondo ordine scolastico, classe di età e genere. Più altri zaini con i 200 euro offerti dai soci Coop. L’emporio copre tutta la fascia della scuola dell’obbligo: dai tre anni (scuola dell’infanzia) fino ai tredici anni (terza media). I bambini fanno parte dei nuclei famigliari assistiti dall’emporio. Le richieste in realtà sarebbero maggiori, anche per le scuole secondarie di secondo grado.

Ci sono famiglie che ci hanno chiesto anche i libri. Purtroppo non la facciamo. E’ un impegno notevole, tutto basato sulle donazioni”.

Domenica scorsa nell’omelia il vescovo Lino Fumagalli ha richiamato tutti a prestare maggiore ascolto ai bisognosi, seguendo l'esempio di Rosa “che si è fatta carico dei poveri della città offrendo loro il pane che aveva per venire incontro alle loro necessità”. Alla povertà alimentare, come ormai noto, è strettamente legata quella educativa: “In questo momento rischiamo che la forbice sociale si allarghi a partire dalla scuola dell’infanzia”, spiega sempre Insogna. “Le famiglie viterbesi dopo il Covid erano già molto provate. Ora sta aumentando tutto. Anche il prezzo del materiale scolastico: pagare uno zaino 20-30 euro per loro diventa una spesa non sostenibile. Abbiamo famiglie numerose, anche con tre figli che vanno in diversi ordini di scuola”.

L’emporio pensa pure a 20 bambini ucraini le cui famiglie sono ospitate in città a seguito del conflitto: “A questi per ora forniamo tutto il materiale di cancelleria”. E con il ritorno della scuola, riprenderà anche il servizio di doposcuola iniziato per la prima volta l’anno scorso presso la sede del minimarket. Accoglie un massimo di 10 bambini. “Si svolge due giorni la settima e sta dando vantaggi a livello scolastico. Ci siamo confrontati con gli insegnanti. Tutti ci hanno detto che questi bambini sono cresciti nell’apprendimento. I risultati sono più che ottimi”. I fondi per andare avanti bastano fino a dicembre. “Poi vediamo che succede”, conclude Insogna.

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