Viterbo, il Trasporto della Macchina di Santa Rosa

Viterbo, il Trasporto della Macchina di Santa Rosa
di Massimo Chiaravalli
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Sabato 3 Settembre 2016, 14:00 - Ultimo aggiornamento: 5 Settembre, 19:01



Ore 21 e pochi minuti del 3 settembre: Gloria, la macchina di Santa Rosa, è partita. Quasi 30 metri di altezza, 5.111 chili di peso. Viene portata a spalla da circa cento Facchini, guidati dal capofacchino Sandro Rossi, per le vie strettissime del centro storico di Viterbo.

Primo tratto è stato percorso in 3 minuti. «Prima impressione ottima - commenta Massimo Mecarini, presidente del Sodalizio - La macchina va bene. C'è stato solo un momento di tensione con un operatore, a cui è sfuggito il dispositivo di mano. Ha rischiato un po'».

Gloria, la Macchina ideata da Raffaele Ascenzi, ha compiuto il tratto più lungo. Ora la sosta in piazza del Plebiscito con l'incontro dei Facchini con le autorità in prefetturaQuella in piazza del Plebiscito è la sosta più lunga del trasporto con i facchini in prefettura, ospiti e forze dell'ordine. Molti ne approfittano per qualche selfie al posto dei ciuffi, sotto la struttura.Il sindaco Leonardo Michelini: "C'è un 30% di persone in più del solito, siamo credo oltre 50 mila. La nuova illuminazione della macchina è perfetta". Poi, in riferimento al rischio corso dall'operatore aggiunge: "Ricordiamoci che questo è uno spettacolo stupendo, ma anche pericoloso". I Facchini si preparano per la prossima tappa: via Roma. Inizia il tratto più stretto e suggestivo del trasportoLa macchina è davanti alla chiesa del suffragio. L'ideatore Raffaele Ascenzi è soddisfatto: "Con Le modifiche apportate all'illuminazione - dice - abbiamo rasentato la perfezione". Adesso c'è la parte più difficile del trasporto. Corso Italia è una via strettissima, passare è questione di centimetri. I Facchini all'estero per non sbattere sui muri devono inserire la testa all'interno della macchina.

La macchina si prepara al tratto aggiuntivo di via Marconi. Il capofacchino Sandro Rossi lo spiega così: "La parte difficile non è scendere ma risalire, perché c'è un dislivello di 6 metri. Inseriremo le corde, non per tirare ma soli come accompagnamento". Alla partenza a San Sisto il capofacchino ha fatto una dedica speciale. "È per uno di noi: lo scorso anno, dopo il trasporto, dopo essere tornato a casa è morta la madre. Oggi è un anno. È un dispiacere che gli rimarrà tutta la vita e abbiamo voluto stargli vicino"Si parte verso piazza del Sacrario, dove la Macchina si fermerà prima di tornare indietro verso piazza Verdi, davanti al teatro Unione. La struttura contiene anche le preghiere dei fedeli, raccolte prima del trasporto e pirate anche queste a spalla dai FacchiniIl capofacchino incita la folla: "Evviva Santa Rosa". Il grido di ritorno è "Evviva". 

C'è gente arrivata da ogni parte d'Italia, ad assistere al Trasporto: Siena, Pistoia, Torino, Milano. "L'abbiamo vista all'Expo - spiega una coppia - e abbiamo deciso di venire perché ci ha incuriosito. È uno spettacolo indescrivibile, se non lo vedi di persona è difficile da capire". 
Anche il costruttore Vincenzo Fiorillo è convinto che Gloria, rispetto all'esordio dello scorso anno, sia migliorata. "È bella - commenta - e si sta comportando anche benissimo". Ciò che crea problemi ai Facchini infatti, più che i 5.111 chili della struttura, sono le "accollate", ovvero il peso che va e viene sulle spalle dei Facchini, che arrivano a circa 150 chili nel momento di punta. Il baricentro della Macchina, alta quasi 30 metri, è a poco più di 6. Se le accollate sono troppo pesanti, significa che non è ben bilanciata e allora c'è qualcosa da rivedere.I Facchini sono tutti di nuovo in piazza Verdi. Qui una nuova sosta prima di affrontare l'ultima fatica, tutta in salita, da effettuare di corsa. E arriveranno davanti alla basilica di Santa Rosa. "Qui ci sarà una sorpresa", anticipa il capofacchino. 

Prima di andare, vengono inserite leve e corde: per il tratto finale la squadra sotto la Macchina è al completo.
La Macchina è arrivata davanti alla basilica di Santa Rosa. La sorpresa: Gloria si è prima illuminata con sfumature rosse, poi si sono spenti tutti i led, lasciando solo i 700 lumini a fiamma viva. Ed ecco il nuovo comando del capofachino: "Sollevate e fermi", inedito perché Gloria è già arrivata. E' per tutte le persone colpite dal terremoto. Alle 23,58 finisce il Trasporto. Ed è bagno di spumante per tutti.

LA STORIA 

Ogni 3 settembre la città si ferma per questo: tutti col naso all'insù per vedere il "Campanile che cammina", come lo ribattezzò lo scrittore Orio Vergani. Prima di partire, nel pomeriggio per i Facchini si compie il rito del giro delle sette chiese, poi tutti a Porta Romana, dove la Macchina li aspetta accesa con un'illuminazione a led, fari e 700 lumini a fiamma viva.

Il vescovo Lino Fumagalli impartisce loro la benedizione "in articulo mortis", poi ciuffi, spallette e tutti gli altri – questi i ruoli, a seconda della posizione sotto la struttura – vengono chiamati dal capofacchino Sandro Rossi a prendere posto. Alle 21 le luci della città si spengono e cala il silenzio. "Facchini di Santa Rosa: sotto col ciuffo e fermi", è il primo comando. Poi il "Sollevate e fermi": la Macchina si alza, vengono tolti i cavalletti, quindi "Santa Rosa, avanti".Il percorso è di circa 1.200 metri, 5 invece le soste per far riprendere fiato alla squadra in divisa bianca, con la fascia rossa alla vita.

Quest'anno però, in occasione del Giubileo della misericordia, si è deciso di compiere un tratto aggiuntivo, quello su via Marconi, andata e ritorno. Si tratta di uno sforzo ulteriore di 700 metri. Particolarmente suggestivo il tratto di Corso Italia, dove la struttura sovrasta i palazzi e il passaggio è questione di centimetri. Tanto che i Facchini ai lati sono costretti a spostare la testa all'interno della Macchina. Il percorso di Gloria si chiude di fronte alla basilica di Santa Rosa. Il Trasporto di quest'anno è dedicato a Nadia Benedetti, l'imprenditrice viterbese uccisa a Dacca dall'Isis, e alle popolazioni colpite dal terremoto.
Gloria è il nome dell'attuale struttura, ideata da Raffaele Ascenzi, una vera e propria opera d'arte, costruita dall'imprenditore Vincenzo Fiorillo.

La Macchina viene cambiata ogni cinque anni attraverso un bando da un milione di euro. I Facchini dal 1978 sono riuniti in un Sodalizio, presieduto da Massimo Mecarini. La storia del Trasporto nasce nel 1258 con la traslazione del corpo di Rosa dalla chiesa di Santa Maria in Poggio alla basilica che oggi porta il suo nome. Nel corso dei secoli quello che era un semplice baldachino è diventato uno spettacolo suggestivo e unico al mondo, tanto da essere stato riconosciuto dall'Unesco, dal 2013, patrimonio immateriale dell'umanità.

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