Terme dei Papi, Sensi contro il comune: «Delibera inapplicabile, mancano le autorizzazioni»

Terme dei Papi, Sensi contro il comune: «Delibera inapplicabile, mancano le autorizzazioni»
di Massimo Chiaravalli
2 Minuti di Lettura
Giovedì 22 Settembre 2016, 14:15
«Non ci sto a passare per quello che ha bloccato lo sviluppo termale. Proprio io che con la mia famiglia l’ho creato. E comunque quella delibera è inapplicabile». Fausto Sensi, patron delle Terme dei Papi, dopo l’accusa piovutagli addosso nel corso del consiglio straordinario sul tema, lancia una bomba che rischia di riaprire tutti i giochi sull’argomento. La delibera è quella del 24 luglio 2014, che dimezza l’uso di acqua nelle disponibilità dell’impianto.

Passa al contrattacco, Sensi. «Non andare al Tar e al Consiglio di Stato contro quella delibera – dice - sarebbe stato da irresponsabili: avremmo firmato la nostra condanna a morte. E quella dello stabilimento, che sembrano non voler capire essere comunale». L’atto limita i prelievi da oltre 40 a 23 litri al secondo, di fatto eliminando quelli dal Bullicame, «che sono i più qualificanti perché è acqua ipertermale, la migliore». Si dovrebbero invece prendere solo 15 litri dal pozzetto e 8 dalla sorgente Santa Caterina.

E’ qui che, secondo Sensi, viene smontato tutto l’impianto della delibera di due anni fa, nata per recuperare la risorsa mineraria e metterla a disposizione di nuovi potenziali investitori. «Oltre a essere di qualità inferiore – continua Sensi – la Santa Caterina è anche inutilizzabile: il ministero non ha mai  rilasciato l’autorizzazione perché discontinua dal punto di vista microbiologico». Ecco la bomba: non potendo rispettare i dettami di quanto disposto, crollerebbe tutto il ragionamento di palazzo dei Priori.

Intanto, le Terme dei Papi calano anche come introiti: da quando si è verificato l’incidente con le Terme Salus al pozzo San Valentino – con le conseguenze ormai note - «solo sui fanghi nel 2015 il fatturato è crollato: meno 412 mila euro. Ci siamo salvati grazie a una gestione accorta. Ma la callara del Bullicame è in quello stato ormai da due anni, il comune sta facendo non ortodosse».

Cosa fare? Sensi concorda con l’ipotesi di chiudere la sorgente delle Zitelle, la cui acqua oggi va dispersa. E in ogni caso, «c’è disponibilità per almeno quattro stabilimenti: perché toglierla a me per darla ad altri?».
© RIPRODUZIONE RISERVATA