«Sì, una Via Crucis. E i ritardi che si sono accumulati nell'ultimo lustro sono il portato di varie circostanze. Basti pensare che ci vollero ben due gare (tra il 2008 e il 2010, Marini indossava allora la fascia tricolore, ndr) per appaltare i lavori dopo che il responsabile del procedimento si rese protagonista di un giro di tangenti». Per quanto riguarda la lentezza dei lavori del secondo stralcio (adeguamento degli impianti termici e messa a norma degli impianti elettrici) Marini elenca una serie di criticità che hanno fatto slittare la chiusura del cantiere dall'aprile dello scorso anno a (forse) al prossimo aprile.
«Penso - afferma l'esponente - ai mesi persi per attendere l'approvazione di una variante in corso d'opera, o per ottenere i nulla osta dei vigili del fuoco, nonché a tutta una serie di intralci di natura burocratica».
Lo scenario a breve termine. Se veramente, come ha promesso palazzo dei Priori, per chiudere l'attuale partita di opere è sufficiente un mese, un punto interrogativo alto come un grattacielo grava sul terzo stralcio che prevede il restauro architettonico, il rifacimento del palco e del graticciato, camerini, servizi etc. Se infatti la Regione non sarà in grado di recuperare le somme "definanziate" in sede di assestamento del bilancio, è impossibile appaltare l'ultima tranche per completare la ristrutturazione della più importante postazione culturale del capoluogo.
E allora, oltre al danno, si potrebbe materializzare anche una cocente beffa. Le risorse per il teatro provengono infatti dal piano operativo della Regione per l'utilizzo dei fondi strutturali Ue 2007-2013. E una direttiva della Commissione impone che "al momento della presentazione dei documenti di chiusura del programma, il teatro deve essere funzionante", pena la restituzione del finanziamento del secondo stralcio, pari a 1.952.600 euro.