Teatro, la “via crucis” del restauro: a rischio i fondi dati al Comune per il secondo stralcio

Teatro, la “via crucis” del restauro: a rischio i fondi dati al Comune per il secondo stralcio
di Carlo Maria Ponzi
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Domenica 22 Marzo 2015, 06:14 - Ultimo aggiornamento: 18:00
«Non voglio gettare la croce addosso a nessuno. Per esperienza so benissimo che il restauro di quella struttura, anche perlea sue peculiarità storico-artistico, comporta un vera e propria Via Crucis». Giulio Marini, consigliere di Forza Italia, interviene sulle vicende delle ultime ore legate al completamento dei lavori del Teatro dell'Unione, con la decisione della Regione di "definanziare" risorse pari a 1.263.355,40 euro a suo tempo impegnati per mettere mano al terzo stralcio.

«Sì, una Via Crucis. E i ritardi che si sono accumulati nell'ultimo lustro sono il portato di varie circostanze. Basti pensare che ci vollero ben due gare (tra il 2008 e il 2010, Marini indossava allora la fascia tricolore, ndr) per appaltare i lavori dopo che il responsabile del procedimento si rese protagonista di un giro di tangenti». Per quanto riguarda la lentezza dei lavori del secondo stralcio (adeguamento degli impianti termici e messa a norma degli impianti elettrici) Marini elenca una serie di criticità che hanno fatto slittare la chiusura del cantiere dall'aprile dello scorso anno a (forse) al prossimo aprile.



«Penso - afferma l'esponente - ai mesi persi per attendere l'approvazione di una variante in corso d'opera, o per ottenere i nulla osta dei vigili del fuoco, nonché a tutta una serie di intralci di natura burocratica».

Lo scenario a breve termine. Se veramente, come ha promesso palazzo dei Priori, per chiudere l'attuale partita di opere è sufficiente un mese, un punto interrogativo alto come un grattacielo grava sul terzo stralcio che prevede il restauro architettonico, il rifacimento del palco e del graticciato, camerini, servizi etc. Se infatti la Regione non sarà in grado di recuperare le somme "definanziate" in sede di assestamento del bilancio, è impossibile appaltare l'ultima tranche per completare la ristrutturazione della più importante postazione culturale del capoluogo.



E allora, oltre al danno, si potrebbe materializzare anche una cocente beffa. Le risorse per il teatro provengono infatti dal piano operativo della Regione per l'utilizzo dei fondi strutturali Ue 2007-2013. E una direttiva della Commissione impone che "al momento della presentazione dei documenti di chiusura del programma, il teatro deve essere funzionante", pena la restituzione del finanziamento del secondo stralcio, pari a 1.952.600 euro.