Talete, il presidente Parlato: «Servono 10 milioni di investimenti: o li mette un esterno o i sindaci»

Talete, il presidente Parlato: «Servono 10 milioni di investimenti: o li mette un esterno o i sindaci»
di Massimo Chiaravalli
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Giovedì 14 Luglio 2016, 13:31
«Senza interventi esterni andare avanti è complicato». In altre parole, servono 10 milioni di investimenti «e qualcuno i soldi ce li deve mettere». Quindi o Talete si aggrega con un colosso, o i sindaci dovranno mettere le mani in tasca. Il presidente della spa, Salvatore Parlato, conferma l’arrivo di una manifestazione di interesse. Che sia Acea però non è ufficiale, «perché il plico deve ancora essere aperto». E i 908 mila euro in ballo col comune? «Si va verso una conciliazione, ma c’è la copertura da entrambe le parti nel fondo rischi: i bilanci sono a posto».

Acqua, anno zero. «Per le manifestazioni di interesse – dice Parlato – è stata fatta una procedura pubblica». Una sola risposta. «Ora si attiva la fase di interlocuzione: noi esplicitiamo ciò che vorremmo, loro ciò che sarebbero disposti a fare. Seguirà una sorta di piano industriale e se si trova la quadra si porta in votazione ai soci». Tempi? «Un mese e mezzo per avere un’idea se ci sono i margini, lo sapremo a settembre». Tre le ipotesi: fusione per incorporazione, una nuova società o un’incorporazione parziale, magari in più fasi.

Se l’affare andasse in porto, ecco cosa cambierebbe per l’utente. «Finora – spiega - il grosso vulnus di Talete è stato non avere risorse per gli investimenti. E’ ciò che chiediamo al partner per avere tecnologia, capacità di misurare i consumi, meno dispersione, costi minori dell’acqua». Altro vantaggio: «Ciò che prendo sul mercato lo pago con 3,5 punti di interessi, a un operatore come Acea costa lo 0,3, come lo Stato. Così magari si convinceranno altri comuni ad aderire e la bolletta si abbasserebbe».

Se qualcuno non tira fuori 10 milioni però proseguire «diventerebbe complicato. Per questo serve l’aggregazione. Altrimenti si dovrà tornare a coinvolgere i soci. Qualcuno i soldi deve metterli per forza, bisogna capire chi». Restano i 908 mila euro che dovrebbero arrivare dal comune. «Si può arrivare a una conciliazione. Ma avendo avuto un 2015 molto positivo, abbiamo accantonato in fondo rischi risorse più che sufficienti a coprire una soccombenza in un eventuale contenzioso. Anche il comune ha la copertura». Ultimo tema, l’arsenico. «C’è stato un problema di procedure sulla gara per lo smaltimento dei rifiuti: non riuscivamo a smaltire i filtri da sostituire – conclude Parlato – ma ora è risolto».
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