«Spero di non incontrarlo mai più». Omicidio di Viterbo: parla il fratello di Ermanno, accusato di aver ucciso la madre

La casa dove si è consumato il delitto a Viterbo
di Federica Lupino
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Sabato 16 Dicembre 2017, 11:12 - Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 16:00

“Questa mattina ci è toccato il riconoscimento dei corpi: per noi è la giornata più sconvolgente della tragedia che ci ha travolti”. Ingrato il destino di quanti sono costretti a seppellire i genitori. A maggior ragione nei casi in cui non è stato il fato a determinarne la morte ma, come nel caso almeno di Rosa Franceschini, la mano di un altro figlio. Luciano Fieno è il fratello maggiore di Ermanno. È lui ad aver chiamato i vigili del fuoco di Viterbo mercoledì sera intorno all’ora di cena. Aveva ricevuto la telefonata allarmata dell’altra sorella, impiegata in uno studio notarile di Vetralla. 

Dipendente comunale, il fratello maggiore lavora come geometra nell’ufficio tecnico di Palazzo dei Priori. Nonostante il dolore che lo travolto, subdolo perché indotto da colui col quale è cresciuto, risponde pacato: “Stiamo attraversando un momento tragico. Dopo il riconoscimento, dovremo tornare al cimitero per altri adempimenti. Sono talmente sconvolto che non riesco a dire altro”.

E sui rapporti con Ermanno risponde lapidario: "Spero di non incontrarlo mai più".

L'intervista completa sul Messaggero di Viterbo in edicola oggi 

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