Si barricò in casa per non lasciare andare la figlia, condannata la "mamma di Baressa"

La mamma di Baressa
di Maria Letizia Riganelli
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Venerdì 23 Settembre 2022, 05:40 - Ultimo aggiornamento: 19:32

Si barricò in casa per non lasciare andare la figlia, condannata la "mamma di Baressa". La donna nel 2018 si oppose al provvedimento del giudice civile di Viterbo che affidava, in via esclusiva, la bimba di due anni al padre. A suo supporto un intero paese, quello di Baressa nella provincia di Oristano, che tentò di aiutare la donna opponendosi alle forze dell’ordine che tentavano di applicare l’ordinanza del magistrato.

Il padre, un professionista del capoluogo, dopo la separazione aveva ottenuto l’affido esclusivo e blindato della piccola. Una decisione che la donna non avrebbe mai rispettato. L’uomo, parte civile nel processo assistito dall’avvocato Marco Valerio Mazzatosta, ha deciso di denunciarla per sottrazione di minore. «La storia - ha raccontato in aula - è complessa. Inizia dopo la separazione. La mia ex ha sempre eluso il provvedimento, nonostante le sentenze e le ordinanze che si sono succedute negli anni».

Se la conclusione della storia è data 2018, quando le forze dell’ordine hanno riportato la piccola al padre, tutto inizia nel 2016 al momento della separazione. «Ad aprile - ha detto ancora il padre -, la piccola non aveva nemmeno due anni, la mia ex portò via mia figlia senza avvisarmi. Non sapevo dove fosse e non riuscivo a contattarla. Così l’ho denunciata. Poi ho preso un aereo e sono andato in Sardegna. Il giudice aveva stabilito che entro 15 giorni doveva riconsegnarmi mia figlia, ma così non fu.

Arrivai e trovati un intero paese che faceva da scudo alla casa. Gridavano vergogna alle forze dell’ordine e non li lasciavano passare. Ho ricevuto minacce di morte, mentre lei urlava che non avrebbe riconsegnato la bambina». L’opposizione della donna e gli insulti e le maldicenze messe in atto da un intero paese andarono avanti per molti mesi e la bambina non riuscì più a stare con il padre. Mentre la donna, per più di una volta, ha fatto perdere le loro tracce senza dare notizie della figlia. Fino al 3 luglio del 2018.

«Quella mattina - ha detto ancora - ho ricevuto una telefonata dalle forze dell’ordine che mi dicevano di andare in Sardegna perché avevano la bambina. Non sono mai uscito dall’aeroporto perché c’era una folla di persone che volevano linciarmi, ma alla fine mia figlia è tornata con me». La bimba vive a Viterbo ormai da 4 anni e può vedere la madre ogni 15 giorni in modalità protetta in una casa famiglia, proprio come ha stabilito il giudice. «Ma da più di un anno - ha concluso il padre - non è più venuta». Il giudice Elisabetta Massini ieri mattina ha condannato la donna per sottrazione di minore a 8 mesi di reclusione, a risarcire la parte civile di 10mila euro e a una provvisionale di 3.500 euro.

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