Costretti a lavare auto per tre euro all’ora ogni giorno della settimana. Avendo il tempo solo di andare a casa per dormire una manciata di ore. Ennesima storia di sfruttamento del lavoro nella Tuscia. Questa volta a finire nelle maglie della giustizia sono stati i titolari di alcuni autolavaggi. Sono stati raggiunti da un’ordinanza del gip due egiziani responsabili di alcuni autolavaggi dislocati nel Viterbese.
I due, legale rappresentante e amministratore, l’altro responsabile del procacciamento e della gestione della manodopera, sono accusati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro in concorso. L’inchiesta della Squadra Mobile, coadiuvati da personale dell’Ispettorato del lavoro di Viterbo, ha riguardato in particolare due autolavaggi dove lavoravano 6 cittadini extracomunitari in stato di bisogno.
I due soggetti , secondo quanto ricostruito dagli investigatori della polizia, avrebbero assunto e utilizzato i propri dipendenti in condizioni di evidente sfruttamento. Gli indagati, in particolare, avrebbero sottoposto i lavoratori ad orari di lavoro esorbitanti rispetto ai limiti previsti dai contratti collettivi nazionali e dai singoli contratti di lavoro. Facendoli sgobbare fino a 12 ore al giorno, non consentendo loro di usufruire di periodi di ferie e, in alcuni casi, di riposi settimanali.
A raccontare le infinite giornate di lavoro all’autolavaggio sarebbero stati proprio i lavoratori, ascoltati a sommarie informazioni dagli inquirenti. I 6 cittadini extracomunitari avrebbero spiegato agli agenti di aver continuato a portare avanti il lavoro, in condizioni spesso disumane, e a tollerare di essere pagati una miseria perché avevano un forte bisogno di guadagnare qualcosa da poter mandare alle loro famiglie rimaste fuori dall’Italia.
«I due cittadini egiziani - spiega la Questura - avrebbero anche violato le disposizioni previste dalla vigente normativa in materia di lavoro, non fornendo ai propri lavoratori i dispositivi di protezione individuale obbligatoriamente richiesti dalla legge». Amministratore delegato e responsabile del procacciamento degli autolavaggi da mercoledì 15 settembre sono sottoposti alla misura cautelare coercitiva dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, emessa dal gip del Tribunale.