Rubavano auto per rivenderne i pezzi sul mercato nero, ai domiciliari due viterbesi. I carabinieri della compagnia di Ronciglione, dopo una complessa indagine investigativa, coordinata dalla Procura di Viterbo, hanno disarticolato un gruppo criminale che aveva avviato un’attività illecita di stoccaggio e commercializzazione di pezzi di auto rubate.
L’indagine è stata avviata lo scorso mese di aprile, quando gli investigatori sono riusciti a localizzare un appezzamento di terreno nel comune di Sutri, in una zona impervia e di difficile accesso, dove gli indagati avevano da tempo realizzato un deposito di auto.
«I conseguenti servizi di osservazione hanno permesso di accertare che le autovetture rubate, prevalentemente nella Capitale, venivano poi letteralmente “cannibalizzate” e i vari componenti venivano commercializzati su mercati clandestini laziali e umbri, ma anche presso operatori del settore (carrozzieri e meccanici); le parti che non riuscivano ad essere vendute venivano smaltite per evitare di individuarne la provenienza delittuosa».
Il telaio, ormai privato di ogni ricambio riutilizzabile, veniva distrutto a mezzo di una pressa.
Ieri mattina, su delega della Procura di Viterbo, è stata data esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, disposta dal gip, nei confronti di due degli indagati; si tratta di italiani, residenti in questa Provincia, già noti per i loro trascorsi giudiziari. Perquisizioni anche nel Ternano. I carabinieri della compagnia di Ronciglione, in collaborazione con la stazione locale, hanno eseguito una ulteriore perquisizione a carico di un terzo indagato. Le indagini degli inquirenti proseguono per accertare l'identità gli altri membri del sodalizio.
Il gruppo potrebbe aver agito con l'aiuto di molte persone, tutte consapevoli del progetto criminale messo in piedi dagli indagati.