Rifiuti e favori, la Procura chiede la revoca dei domiciliari per Flaminia Tosini

Flaminia Tosini
di Maria Letizia Riganelli
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Sabato 17 Aprile 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 12:00

Rifiuti e favori, arriva la richiesta di revoca di misura cautelare per la direttrice regionale Flaminia Tosini.
Una richiesta formulata dalla stessa pm Rosalia Affinito che aveva seguito tutte le indagini.

Lazio, rifiuti, la dirigente Flaminia Tosini arrestata. Il gip: «Meccanismo criminoso»

Flaminia Tosini è finita ai domiciliari lo scorso 16 marzo con l’accusa di concussione, corruzione, e turbata libertà di procedimento di scelta del contraente. Secondo quanto ricostruisco dagli investigatori l’imprenditore Walter Lozza, grazie alla dirigente Tosini, avrebbe ottenuto indebitamente l'autorizzazione per la trasformazione della discarica per i rifiuti inerti di Monte Carnevale, a nuovo sito di smaltimento dei rifiuti derivanti dal trattamento di rsu della Capitale.

Una pratica, che secondo gli inquirenti, sarebbe stata consolidata e messa in atto più volte. «La Tosini - ha scritto la gip Annalisa Marzano nell’ordinanza - non contenta, orientava le determinazioni regionali, in tema di rifiuti, agli interessi dell'amico imprenditore che gestiva anche le discariche di Civitavecchia e Roccasecca».
Nemmeno una settimana dopo l’arresto la dirigente, assistita dall’avvocato Marco Valerio Mazzatosta, si è sottoposta all’interrogatorio di garanzia.

Un interrogatorio durato oltre due ore in cui la Tosini ha spiegato tutto e sopratutto ha respinto ogni accusa. «Abbiamo chiarito tutti gli addebiti - disse al termine l’avvocato Marco Mazzatosta -.

I regali ricevuti da Lozza non erano un pagamento dei favori, ma uno scambio tra amici, nel quale a mia volta ho fatto dei regali a lui, come ad esempio una tuta da sci. Nessuna relazione da amanti. E quanto a Monte Carnevale, era già stato deliberato che rientrasse nella assoggettabilità al Via, anziché a una più estesa valutazione di impatto ambientale, non essendo peraltro ancora chiusa la conferenza di servizi per il definitivo via libera al sito».

Spiegazioni e correzioni che avrebbero convinto la pm Affinito. Tanto da indurla a inviare il 23 marzo, giorno dopo l’interrogatorio, una richiesta di revoca della misura cautelare per l’accusa di concussione. 
«E’ solo una richiesta - ha spiegato l’avvocato Mazzatosta - a cui il gip non ha ancora dato seguito. Noi abbiamo chiesto un altro colloquio per chiarire ancora la situazione. E stiamo aspettando. Ma siamo molti fiduciosi e molto tranquilli. Anche per questo non abbiamo presentato nessuna richiesta al Tribunale del Riesame».

Per la pubblica accusa l’inchiesta sulla direttrice regionale, che nel frattempo si è dimessa lasciando ogni tipo di incarico pubblico, sembrerebbe sgonfiarsi.

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