Ragazzo pestato a Vignanello, la sorella: «Erano in 20, due hanno agito, gli altri pronti a unirsi». Il caso su Agorà

L'articolo del Messaggero riportato nel servizio di Agorà
di Renato Vigna
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Sabato 18 Febbraio 2017, 13:08
«Erano una ventina: due hanno agito, gli altri hanno bloccato gli amici di mio fratello». Questa è la versione della sorella del ragazzo di Vallerano, picchiato la scorsa settimana da persone di estrema destra. Il caso ieri mattina è sato rilanciato anche dalla trasmissione di Raitre Agorà. E al 24enne è arrivata anche la solidarietà dei creatori della frase che è stata alla base dell'aggressione. Una pagina di satira su Casapound, nata il primo febbraio proprio con quel meme divenuto subito virale. «Caro Paolo, ci dispiace. Mai avremmo pensato che una condivisione per gioco e divertimento potesse andare incontro a un'idiota e violenta rappresaglia di stampo fascista».

La pagina crea frasi banali e poi le attribuisce all'associazione politica di estrema destra per prenderla in giro. Infatti si chiama "Casapound dice cose a cazzo". In meno di 20 giorni ha raggiunto già 26 mila like. «Chi mette il parmigiano sulla pasta al tonno non merita rispetto»: questa la scritta condivisa da Paolo, rilanciata da Kotiomkin (375 mila like), che gli è costata 30 giorni di prognosi e un'operazione al setto nasale. Oggi ne hanno creata un'altra: «Chi ha malmenato Paolo per futili motivi non merita rispetto».

Tornando a quella di esordio, ecco il commento degli ideatori appena saputo dell'accaduto. «Questo è il post dal quale è nata la pagina, scritto dalla stessa mano di chi ora digita. Un gruppo di una ventina di individui di estrema destra ha cercato Paolo e lo ha massacrato di botte solo perché ha esercitato la sua libertà di espressione, punendolo per aver condiviso una battuta su Facebook». Condannano il fatto, auspicano che non si ripeta e che «i colpevoli di questa vile aggressione siano duramente puniti».

Qualcuno ha tentato di minimizzare, spiegando che lo avrebbero pestato solo in due o tre. Blastato così dalla sorella di Paolo: «Consiglio di informarsi prima di sparare fesserie. Erano una ventina e hanno agito in due, con chiaramente gli altri alle spalle pronti a unirsi. Mio fratello era con due amici che sono stati prontamente bloccati. Teoricamente viviamo in un paese fondato su una costituzione antifascista».
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