Pubblicizzava la droga con dirette Instagram, incastrato dalle impronte digitali ricavate dai video

Carabinieri
di Maria Letizia Riganelli
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Mercoledì 18 Ottobre 2023, 05:20

Pubblicizzava hashish e marijuana con dirette Instagram, di nuovo alla sbarra Nico Venanzi. Il 23enne di Montefiascone, noto per lo spaccio sul Colle falisco e per le trovate musicali davanti al carcere di Mammagialla, ieri mattina è comparso davanti al collegio del Tribunale di Viterbo. Risponde di spaccio, anzi di diversi episodi di spaccio anche a minori. Il giovane montefiasconese è arrivato scortato dagli agenti della penitenziaria, si trova ancora in misura cautelare per aver continuato a delinquere nonostante si trovasse ai domiciliari.

I fatti sono quelli per cui il ventenne è finito in manette a gennaio scorso, quando i carabinieri disarticolarono un giro di spaccio a minori che aveva a capo proprio lui. Il gruppo aveva scelto come base operativa per gli scambi di droga i “giardinetti” di Montefiascone. E da qui diramano ordini, si sballavano con la cocaina e si infervorano con la musica rap. I carabinieri del Nucleo operativo, al termine di una lunga indagine, portarono alla luce una piccola consorteria di giovanissimi dedita allo spaccio e alla violenza.

L’indagine, che ha avuto come epicentro proprio i giardinetti di Montefiascone, è stata portata avanti attraverso servizi di osservazione, installazione di telecamere, attività tecnica e documentale, delineavano una fitta rete di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, eroina e hashish, anche nei confronti di minorenni.

Oltre cento le cessioni documentate, corrispondenti a 19 capi di imputazione. Durante l’ultimo blitz sono stati sequestrati hashish, marijuana e 850 euro in banconote. Documentati anche i viaggi a Roma e Perugia, luoghi dove i membri “anziani" del gruppo facevano rifornimento, poi messo in vendita e consumato ai giardinetti comunali e nelle abitazioni monitorate dagli investigatori. Questa volta a condurre i carabinieri della compagnia di Montefiascone e del Nucleo investigativo a lui sarebbero state proprio le sue mani. O meglio i suoi polpastrelli.

Durante le dirette in cui Venanzi pubblicizzava la qualità dei prodotti che vendeva, hashish e marijuana in particolare, le teneva in mano. Le telecamere del suo telefono era così vicina al palmo che per gli investigatori e gli esperti della scientifica è stato un gioco da ragazzi rilevare le impronte e confrontarle con quelle presenti nei database. Il processo per il 23enne, l’ennesimo, entrerà nel vivo il prossimo 28 novembre quando inizieranno a sfilare i primi testimoni della pubblica accusa.

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