Scorie radioattive, a Pescia Romana in piazza contro il deposito nel Viterbese

Scorie radioattive, a Pescia Romana in piazza contro il deposito nel Viterbese
di Marco Feliziani
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Lunedì 17 Maggio 2021, 06:40 - Ultimo aggiornamento: 16:36

Prima manifestazione in piazza, ieri mattina, dopo l’allentamento delle misure anti-Covid, per rimarcare il dissenso sulla possibile scelta della Sogin di realizzare - in provincia di Viterbo - il deposito nazionale di scorie radioattive. Tra le 67 zone in Italia, ben 22 sono nel Viterbese e interessano otto comuni della Tuscia (tutti coinvolti sulla carta Cnapi), e di questi quattro riguardano il comune di Montalto di Castro.

Secondo la Sogin le aree del Centro Italia dovrebbero soddisfare i requisiti previsti dal progetto. Ieri le associazioni locali si sono riunite in piazza delle Contrade a Pescia Romana, dove eran inoltre presente l’amministrazione comunale. «Le nostre zone sono prevalentemente a vocazione agricola, turistica e archeologica – ha detto Marco Lenci dell’associazione Montalto e Pescia legate insieme – e un deposito di scorie rdioattive sarebbe uno sfregio non solo al territorio in quanto tale ma alla storia e alla tradizione di Montalto e Pescia, che ricordiamo sono nate negli anni ’50 con la riforma agraria».

L'associazione spera che quello di ieri sia stato «uno dei primi appuntamenti, poiché l’unione fa la forza e le associazioni sono l’unico strumento vincente per dire no al deposito. Un rischio ambientale – conclude Lenci – in cui sono previsti un miliardo di euro di investimenti e non vorremmo che tale rischio possa portare a infiltrazioni che metterebbero la parola fine in questo nostro territorio».

Tra gli interventi quello di Stefano Signori, presidente di Assonautica Viterbo-Rieti, che ha sottolineato l’importanza di andare tutti nella stessa direzione, poiché c’è in ballo il futuro delle nuove generazioni. «Noi vogliamo offrire il nostro contributo – ha detto – stando al vostro fianco e lo faremo per noi, per voi e per i nostri figli». È inoltre intervenuto il sindaco Luca Benni evidenziando che «il 3 luglio è il tempo in cui dovremo farci sentire».

Il comune sta infatti redigendo con i tecnici le proprie osservazioni per presentarle alla Sogin entro la scadenza fissata, e secondo il primo cittadino è il documento più importante di questa prima battaglia.

All’incontro hanno partecipato, in rappresentanza dell’Università Agraria di Tarquinia, il vice presidente Alberto Tosoni e la consigliera Rosanna Moioli. Insieme alle altre università dell’alto Lazio, l’ente tarquiniese ha istituito un “osservatorio verde” che riguarda le opere che possano pregiudicare l’ambiente con specifico riguardo alla vocazione agricola dei territori della fascia costiera. Il documento è stato inviato alla Regione Lazio.

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