Non quello di don Luigi Sturzo, che fu sciolto dal Fascismo, ma più modestamente quello fondato da Mino Martinazzoli nel 1994, dopo la fine della Democrazia cristiana. Il partito che poi confluì nella Margherita e, nel 2002, si trasformò in associazione politico culturale, I Popolari.
E l'appartamento di via Monte Zebio? Intestato tutt'ora al Ppi, utilizzato come sede provinciale, poi fu dato in uso (sembra il termine migliore, salvo smentite) alla stessa Margherita, il cui nome appare ancora sul campanello, benché il partito di Francesco Rutelli, di Gentiloni e anche del viterbese Fioroni (che con la Margherita fu ministro) sia a sua volta confluito nel 2007 nel Partito democratico. Qui, in questo locale al primo piano, c'erano gli uffici provinciali e comunali, chi passava per la strada poteva notare i politici che fumavano sul balcone tra una riunione e l'altra, e la bandiera petalosa (come direbbe un altro che viene dalla Margherita) che garriva al vento.
Ora è inutilizzato, vuoto. E anche, da maggio 2013, moroso per le spese condominiali. Dopo un carteggio con i vertici romani dell'associazione, un decreto ingiuntivo e vari altri tentativi, i debiti sono stati divisi – come prevede la legge – tra gli altri condomini. Che dovranno dunque coprire per quota, o millesimi, una somma che ammonta per ora a 4800 euro. Compresi 2300 euro di gas, visto che ad oggi l'appartamento è riscaldato, nonostante non sia frequentatissimo (eufemismo).
Ci sarebbero altre domande da fare. Possibile che l'associazione non riesca a vendere o ad affittare questo immobile? Possibile che debbano essere delle famiglie normali a pagare le spese per altri, in questo caso un ex partito politico, ora associazione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA