I fatti risalgono al 15 gennaio 2012, appena due mesi prima dell’efferato delitto. Vittima un’85enne di Vetralla, resa inoffensiva con un tampone imbevuto di liquido soporifero, che ha provocato una reazione allergica alla donna, ricoverata in ospedale per iperemia ed edema alla glottide con una prognosi di 10 giorni. E’ stato il primo di una lunga serie di colpi messi a segno nel giro di tre mesi dalla stessa banda, composta da cinque romeni, tra i quali i fratelli Cosmin Petrut e Ionel Daniel Oprea, 23 e 29 anni - gli altri due complici del delitto Zappa, condannati a 20 e 8 anni - che però non hanno chiesto riti alternativi, per cui sono stati rinviati a giudizio e il prossimo 13 aprile affronteranno l’incognita del processo per furto e ricettazione.
Ha scelto invece la via più breve l’avvocato Marco Russo, difensore di Saracil e Trifan, accusati anche di rapina e lesioni aggravate. “La pena concordata – spiega - è stata estremamente favorevole. Un anno e sei mesi per entrambi, in continuazione con le condanne irrevocabili a 20 e 10 anni”. A beneficiarne soprattutto Trifan, che all’epoca dell’assalto alla villa del professore aveva soltanto 20 anni: “Ha definito tutte le situazioni pendenti e può guardare al futuro. La scelta è stata quella utilitaristica di evitare i rischi di un eventuale processo di merito e soprattutto una strategia finalizzata alla concessione delle misure alternative, visto che ha già scontato oltre metà pena dell’omicidio Zappa e che negli ultimi due anni, agli arresti domiciliari prima di tornare in carcere dopo la sentenza della Cassazione del 28 marzo, ha goduto di un regime di sostanziale libertà e ha dimostrato di essere una persona affidabile e certamente cambiato”.
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