Nocciole, è allarme fitofarmaci sui Cimini: preoccupati i cittadini, ma i sindaci si spaccano

Un noccioleto sui Cimini
di Federica Lupino
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Giovedì 30 Marzo 2017, 13:30
Fitofarmaci per la coltivazione delle nocciole, è allarme tra i cittadini dei Cimini. Sui social viaggiano denunce corredate di foto rispetto a un uso non conforme degli erbicidi, sparsi vicino ai corsi d’acqua o alle case. “Venite a Carbognano e Caprarola, qui esistono delle ordinanze ma nessuno controlla o le fa rispettare”, scrive uno dei tanti utenti di Facebook dove in questi giorni impazza la polemica.

Su quale sia la situazione non concordano invece i sindaci. Per il primo cittadino di Carbognano, Agostino Gasbarri, il problema esiste ed è grave tanto che ha già multato 4 agricoltori per 400 euro: “Non a caso sui Cimini l’incidenza dei tumori è più alta rispetto al resto della provincia”, ricorda. Non la pensa così l’omologo di Caprarola, Eugenio Stelliferi: “Si tratta di prodotti autorizzati, chi li usa non è fuori legge”. Nel mezzo si colloca Alessandro Giovagnoli di Ronciglione: “Tranne casi sporadici, la situazione è sotto controllo”. Coldiretti, invece, col presidente Mauro Pacifici sottolinea “gli enormi passi avanti fatti con l’introduzione del patentino”.

A Carbognano fino a un anno, a detta dello stesso sindaco, “era una vera anarchia”. La prima ordinanza per regolamentare l’uso di fitofarmaci è datata 8 febbraio 2016. “Ma anche adesso che abbiamo messo dei paletti precisi – denuncia – non è facile farli rispettare”. Gasbarri ha a disposizione solo due vigili che monitorano i terreni coltivati insieme alla Forestale: proprio ieri mattina l’ultimo incontro operativo. “Oltre alla repressione – racconta – cerchiamo di sensibilizzare gli agricoltori ma alla fine vince la logica del profitto”. 

Stelliferi racconta invece una realtà diversa. “A Caprarola – spiega il sindaco – abbiamo un’ordinanza che norma l’uso fuori dalla caldera del lago e limita quello al suo interno solo ai punti più scoscesi dove non è possibile accedere coi mezzi meccanici. Da noi non esiste alcun uso indiscriminato”. A Ronciglione Giovagnoli ammette che in questi giorni sono ricorsi a una sola multa: “L’uso degli erbicidi è abbastanza corretto”. 

Coldiretti, infine, ricorda che da un anno a questa parte per l’acquisto anche del più banale diserbante serve esibire un tesserino. “Abbiamo quindi promosso dei corsi in tutta la provincia – dice Pacifici – organizzati dal Cefas, così i nostri agricoltori sono anche più preparati all’uso dei fitofarmaci. Per ridurne l’impatto ambientale, stiamo diffondendo la cultura di usare i diserbanti non a calendario ma a bollettino, ovvero quando gli esperti segnalano in certe aree l’attacco di agenti dannosi e poi ci si rivolge agli agronomi. Proprio in seno al Consorzio agrario abbiamo deciso di rafforzare l’aiuto dei tecnici nelle aree più sensibili come i Cimini”.
 
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