Montefiascone, licenziato per un gavettone a un migrante. Ma l'operatore del centro di accoglienza ribatte: «Solo un pretesto»

L'hotel Dante a Montefiascone, Viterbo
di Federica Lupino
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Mercoledì 28 Dicembre 2016, 11:32
Licenziato per un gavettone. Almeno questa è la motivazione che il consorzio Intercasa Gea Onlus ha riportato sulla lettera quando ha deciso di troncare il rapporto di lavoro con Stefano Calabresi. Lui, 32enne di Montefiascone (provincia di Viterbo), era impiegato all'interno della centro di prima accoglienza ospitato nell'albergo Dante sul colle falisco e gestito proprio dal consorzio. E quando ha iniziato a sindacalizzare i colleghi sarebbe diventato inviso ai capi.

"Hanno solo trovato il preteso per disfarsi di me. Questa estate – sostiene Calabresi – abbiamo deciso di creare un gruppo sindacale per avere chiarezza sui turni, sulle ferie e sulle notti non pagate. Appena lo abbiamo comunicato al consorzio, sono arrivate le minacce e poi la lettera di licenziamento". Parla di "turni interminabili". "Da contratto - spiega - avremo dovuto fare 25 ore settimanali per 800 euro mensili ma si sforava sempre. Gestire 42 persone in 3 non era facile".

Intanto, il provvedimento è stato impugnato tramite l'Usb, che rappresenta l'ex dipendente. "Stefano – racconta Luca Polocci, rappresentante del sindacato per il Lavoro privato – ha moglie e 4 figli. Quella del gavettone è solo una scusa perché in realtà dai fatti emerge che si è voluta mettere a tacere ogni possibilità di avere una dignità sul posto di lavoro".
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