"Hanno solo trovato il preteso per disfarsi di me. Questa estate – sostiene Calabresi – abbiamo deciso di creare un gruppo sindacale per avere chiarezza sui turni, sulle ferie e sulle notti non pagate. Appena lo abbiamo comunicato al consorzio, sono arrivate le minacce e poi la lettera di licenziamento". Parla di "turni interminabili". "Da contratto - spiega - avremo dovuto fare 25 ore settimanali per 800 euro mensili ma si sforava sempre. Gestire 42 persone in 3 non era facile".
Intanto, il provvedimento è stato impugnato tramite l'Usb, che rappresenta l'ex dipendente. "Stefano – racconta Luca Polocci, rappresentante del sindacato per il Lavoro privato – ha moglie e 4 figli. Quella del gavettone è solo una scusa perché in realtà dai fatti emerge che si è voluta mettere a tacere ogni possibilità di avere una dignità sul posto di lavoro".
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