Quali errori aveva commesso Jean Siffrein Maury, un prelato che, partito da un piccolo paese della Provenza, divenne Arcivescovo di Parigi?
Le vicissitudini di questo personaggio che, per opportunismo e ambizione, si schierò sempre con i potenti e che la stampa scandalistica dell’epoca considerava lussurioso e libertino, lo racconterà Giancarlo Breccola, venerdì, in occasione della serata culturale –gastronomica all’antico borgo “ La Commenda” di Montefiascone.
Figlio di un povero calzolaio, Maury nacque nel 1746 a Vaucluse, vicino ad Avignone, dove iniziò la sua carriera ecclesiastica.
Uomo di raffinata cultura, grazie ai suoi scritti e alla sua arte oratoria, nel 1789, fu eletto rappresentante del clero agli Stati Generali, l’assemblea consultiva che rappresentava i tre "Stati" del regno (clero, aristocrazia e popolazione urbana e rurale).
Sostenitore di Luigi XVI e difensore della Chiesa, dopo la presa della Bastiglia lasciò Parigi per Roma, dove fu nominato Cardinale e, successivamente, gli venne affidata la diocesi di Montefiascone e Corneto.
Quando gli eserciti repubblicani invasero l’Italia e Pio VI deportato in Francia, contro Maury fu emessa una specifica ordinanza di arresto e di confisca dei beni ma il Cardinale, travestito da cocchiere, fuggì a Venezia e poi in Russia.
Nel 1804, appena Napoleone si fece eleggere Imperatore, Maury gli scrisse una lettera che lasciava intuire la sua disponibilità ad aderire al nuovo ordine delle cose; come aveva dato le sue energie alla causa reale, così ora il Cardinale si dedicava interamente a Napoleone il quale, per premiarlo, lo nominava Arcivescovo di Parigi.
A nulla servirono i richiami del Pontefice Pio VII che lo invitava a rinunziare all’ incarico anzi, Maury fece arrestare il vicario generale che gli si opponeva.
Ma nel 1814 i tempi sono mutati, con l’abdicazione di Napoleone….
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