Scuole medie, a Viterbo dal 27 novembre linea dura: all'uscita dovrà esserci un adulto o arriveranno i carabinieri

I ragazzi di una scuola media
di Federica Lupino
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Mercoledì 15 Novembre 2017, 17:14
Dal 27 novembre i genitori di Viterbo scaldino i motori perché dovranno andare a prendere i figli (minori di 14 anni) all’uscita da scuola. Se l’altro giorno è passato in commissione Bilancio l’emendamento del Pd che prevede la possibilità di uscire da soli, previa autorizzazione, è vero che finché il decreto fiscale non sarà legge rimangono in vigore gli attuali obblighi. Ed è così che i dirigenti scolastici del capoluogo lunedì pomeriggio hanno incontrato i rappresentanti d’istituto perché poi si facessero portavoce della decisione.

Come funzionerà? Lo spiega Marina Marini, preside dell’istituto comprensivo Tecchi. “In questa fase transitoria in attesa dell'approvazione della legge prevista per fine dicembre – spiega – non possiamo che rispettare l codice penale. I minori di 14 anni dovranno quindi essere consegnati dai professori ai genitori o a degli aduli da loro delegati”. Qualora non si presentasse nessuno, ci sarebbe una sola soluzione: “La norma – risponde Marini – prevede che i docenti attendano 10, massimo 15 minuti e poi siano avvertite le forze dell’ordine”. Visto che saranno i professori a dover controllare, per loro Marini proporrà che l’orario aggiuntivo sia retribuito come eccedente o venga recuperato. Ma sta all’autonomia scolastica di ogni istituto organizzarsi. Alla Tecchi, inoltre, la dirigente ha riorganizzato la campanella prevedendo che le 8 classi delle medie si dividano tra le due uscite disponibili, con precedenza alle terze (le meno numerose), per poi passare alle seconde, infine alle prime.

A preoccupare è anche la ripercussione sul traffico negli orari di uscita. “Abbiamo chiesto che il divieto di accesso in via Emilio Bianchi – aggiunge Adone Calabrò, presidente del consiglio di istituto alla Tecchi – venga esteso a coprire non solo la primaria, ma anche la secondaria”. Per decongestionare la concentrazione di auto una soluzione potrebbe essere quella del Pedibus, come ha ricordato in riunione Paolo Bozzi, presidente dell’omonima associazione di Viterbo nonché del consiglio di istituto della Vanni. “I genitori potrebbero aderire a questa associazione così che, a turno, un paio di loro possano accompagnare, magari al parcheggio più vicino alla scuola, un piccolo gruppo di ragazzi”, ha proposto. Ora verranno informati i rappresentanti di classe che si riuniranno per organizzarsi. Intanto, a Comune e forze dell'ordine è stato chiesto un supporto.
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