Come è finita a MasterChef?
“Mi ha iscritta una mia amica, Claudia. Questo inverno avevo organizzato un evento al MagnaMagna con le “polpette di Carlotta”. Lei le ha provate e mi ha detto: “Adesso ti iscrivo”. Pensavo scherzasse, poi mi hanno chiamata dalla redazione”.
Come ha imparato a cucinare?
“Ho sempre guardato la mamma. Sono una autodidatta. Da quando vivo da sola, ho fatto di necessità virtù: adesso amo cucinare per gli amici e la famiglia. La cucina è diventata il mio mondo: mi distrae e mi isola da tutto”.
Quanti eravate alle selezioni?
“Alle prime in 15mila, poi ridotti a 100. Quindi siamo rimasti in 40 tra i quali hanno scelto i 20 componenti della classe. Io sono arrivata tra gli ultimi 4”.
Cosa ha cucinato per superare le prime prove?
“Le polpette di carne con curry e mela su crema fave e pecorine erano il mio piatto da casa. Poi, il secondo Sì è arrivato con ravioli di pasta rossa fatta di barbabietola con dentro asparagi selvatici, crumble di guanciale e crema di parmigiano sotto”.
Cos’è che l’ha divertita di più di questa esperienza?
“Tutto, perché tutto nuovo, e strano, e ti fa caso. Emozioni che rimangono”.
E l’aspetto più duro?
“I tempi: l’ultima volta siamo entrati alle 8,30 della mattina e sono uscita alle 3 di notte”.
I giudici, invece?
"Temevo la Klugmann perché nuova, invece con me è stata squisita. Avevo paura di Barbieri perché è un mostro sacro della cucina. Anche Cannavacciuolo mi metteva soggezione. E Bastianich mi provocava ansia perché non sai mai come reagisce”.
Cosa non dimenticherà?
“Quando guardo il mio grembiule con scritto 'Carlotta' ancora ho i brividi”.
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