Marta, il porto resta chiuso: stop alle assegnazioni dei posti barca. Il Comune: «Colpa della Regione»

Il porto di Marta
di Federica Lupino
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Giovedì 8 Giugno 2017, 11:40
Porto di Marta off limits: niente barche e stagione turistica compromessa. Il Comune ha annullato la gara per l'assegnazione e sta riconsegnando ai proprietari dei natanti in graduatoria le quote versate. Effetti perversi della burocrazia, si potrebbe dire, visto che questo pasticcio è il risultato di un confronto tra enti che sembrano parlare lingue diverse. La Regione, deputata a rilasciare le concessioni per l’occupazione degli specchi d’acqua, ha impiegato mesi per stabilire quale fosse l’area competente per decidere, dopo che con la legge Delrio la delega è stata sfilata alla Provincia. Inoltre, quella data al Comune il 30 maggio è una non risposta: non si dice sì o no, ma si chiede una planimetria dei posti in base alla delibera di giunta del 1990 che istituisce sul lago i tre porti di Bolsena, Capodimonte e Marta, assegnando a ciascuno 80 posti. Peccato che nei 27 anni da allora trascorsi il volume di natanti e il turismo intorno al bacino siano esplosi tanto che, quando a decidere era Palazzo Gentili, erano stati riconosciuti 200 ormeggi. Una situazione che potrebbe avere ripercussioni anche sugli altri porti del lago, visto che il richiamo ai numeri del 1990 il 30 maggio è stato inviato a tutti. Lo sfogo del vicesindaco Lucia Catanesi è amaro: “La nostra unica colpa? Aver voluto fare le cose in regola. E ora l’economia legata al turismo nel nostro paese è compromessa”.

Il Comune di Marta il 5 giugno scrive alla direzione regionale Risorse idriche e difesa del suolo per capirci qualcosa. E lo fa ponendo precise domane: “Quanti posti barca possono essere richiesti? 80 circa, come da delibera del 1990, 200 come da delibera di giunta della Provincia di Viterbo, o di più, in analogia a quelli del comune di Capodimonte?”. Ricorda, inoltre, che dal ’90 a oggi molte cose sono cambiate, compresa la costruzione del nuovo porto nell’ambito del riordino dell’incile del fiume Marta. “Alla luce di ciò, al fine di valutare l'opportunità per il Comune di Marta di formulare una nuova istruttoria per l'uso dello specchio acqueo da adibire ad ormeggio per l'anno 2017, chiediamo - continua la lettera -quale sia il numero dei posti che saranno consentiti”. Tra i chiarimenti attesi, anche l’importo preciso del canone di concessione che gli assegnatari di posto dovranno corrispondere alla Regione.

E non finisce qui: visto che alla Pisana non hanno affatto le idee chiare, il Comune “con effetto immediato, declina ogni responsabilità, ingerenza ed onere in relazione allo specchio d'acqua in questione ed alle strutture che vi sono state realizzate, rimanendo le stesse di esclusiva competenza della vostra area, compresa l'attività di controllo e vigilanza”. Se non è un braccio di ferro, poco ci manca.
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