Luigi Cortesi, Rugby Oriolo: «Ciao Anacleto Altigieri, nessuno era più forte di te in prima linea»

Anacleto Altigieri in nazionale: è il primo da sinistra in piedi
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Lunedì 4 Gennaio 2016, 22:39 - Ultimo aggiornamento: 22:47
Riceviamo da Luigi Cortesi, presidente del Rugby Oriolo, e pubblichiamo.

Oggi è venuto a mancare a soli 66 anni Anacleto Altigieri, pilone della nazionale italiana di Rugby degli anni Settanta, punto di riferimento del rugby locale e romano.
Lascia la moglie Giulia e i figli Annibale, Arrigo e Alberto che ha seguito le sue orme esercitando l’attività di giocatore e allenatore nelle Fiamme Oro, la squadra della Polizia di Stato.
Il suo sguardo duro, con gli occhi azzurri in una faccia contornata da capigliatura e barba bionde e ispide, è stato l’incubo di piloni che lo fronteggiavano, come ricorda Ambrogio Bona, suo compagno di prima linea che ancora oggi ai corsi arbitri federali sostiene che Altigiari sia l’unico da lui conosciuto che, indipendentemente dalla posizione in cui entrava, ”spaccava” l’avversario.
Con il suo amico fraterno e tallonatore Pietro Monfeli militò nelle Fiamme Oro a Padova e nella Nazionale partecipando nel 1973 alla memorabile tournèe in Sud Africa voluta dal presidente Luzzi Conti che fu fondamentale per il rugby italiano.
Anacleto ricordava gli stadi pieni divisi in settori, quelli per neri sormontati da torrette con mitragliatrici, ma anche le visite ai quartieri neri dove i bambini li pizzicavano perché non avevano mai visto un bianco da vicino.
Ai giorni d’oggi fa notizia lo scazzo tra il pilone francese Chabal e il nostro Castogiovanni, documentati da tante telecamere, ma nell’album delle foto di Anacleto ve n’è una scattata in Sud Africa dove lui guarda dall’alto in basso un giocatore che aveva preso per il colletto della maglia.
Che c’è di strano? Quell’avversario era alto 2 metri e 10 e lui si era sollevato per sovrastarlo e dominarlo.
Ma anche in Italia non mancavano le note di colore come documenta un articolo che titola Invasione di campo alla rovescia: su un campo lombardo, offeso dal pubblico, scavalcò la recinzione e si avventò su una dozzina di tifosi.
Oltre a fare il muratore e il ristoratore nella trattoria di famiglia (Al riposo da Novina alla stazione di Oriolo), Anacleto Altigieri ha dato impulso al movimento del rugby Oriolo, avviato con successo nel 69 dal civitavecchese Michele Panetta.
Molti dei ragazzi del tempo, diversamente da oggi, erano  fisicamente impegnati in attività pesanti (taglialegna, nuratori, operai) per cui la giovanile da lui guidata per doti di intraprendenza e prestazioni, mietendo successi non solo nel Lazio ma anche in Abruzzo, nonostante la carenza di strutture per allenamenti e di risorse economiche.
Una volta da Roma arrivò una telefonata che gli chiedeva notizie circa un’intera ”muta” di maglie da gioco nuova e stesugare e sparito.
Lui non ne sapeva nulla, ma i ragazzi, dopo tante maglie strappate e ormai consumate ebbero il piacere di giocare con un completo nuovo! Due anni fa fu convocato dalla Federazione per riscuotere un giro d’onore sul campo dell’Olimpico indossando il cap azzurro insieme ai “ragazzi” di quella Nazionale che contribuì a creare il moderno mondo del rugby italiano, forte della continuità dei suoi valori: Altigieri raccontò poi l’emozione di risentire quelle voci come se fosse ancora la stessa squadra, una fra tutte quella del suo fratello di campo Walter Cimicetti con cui iniziò la sua carriera nel Rugby Viterbo. I fisici portavano scolpiti scolpiti i segni del tempo, oltre quelli di tante battaglie epiche con squadre ben più forti come Inghilterra, Francia, Scozia, Galles, Irlanda e i mitici All Blacks, sempre dando tutto e non potendo contare sulla preparazione atletica che il progresso offre oggi, ma spesso dovendo fare i conti col lunedì al lavoro, che pure tanti rugbysti vivono ancora oggi.
Per chi come noi l’ha avuto come punto di riferimento e supporto con le sue esortazioni a volte molto colorite, possiamo dolerci di una grande perdita: siamo sicuri che il paradiso dei rugbysti lo ha accolto con i giusti onori, insieme ai cari Massimo Vano, Sabrina e Paola, bellissime espressioni del movimento locale del Rugby Oriolo e Montevirginio che ci hanno lasciato prematuramente.
Luigi Cortesi
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