Luciano Osbat (Cedido): «Un museo per far rivivere la storia dei conclavi»

Luciano Osbat (Cedido): «Un museo per far rivivere la storia dei conclavi»
di Carlo Maria Ponzi
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Mercoledì 14 Maggio 2014, 10:09
Una grande esposizione di materiali e di multimedialit che consenta di rivivere i Conclavi, la storia dei Papi, la storia della Chiesa dal Medioevo». Così Luciano Osbat, direttore del Centro diocesano di documentazione per la storia e la cultura religiosa (Cedido), docente di Storia moderna e Archivistica generale all’Università della Tuscia.

Professor Osbat, perché un museo dei Conclavi?

«Dopo Roma nessuna città, oltre Viterbo e Avignone, hanno la caratteristica di aver visto lo svolgimento di numerosi conclavi e di aver ospitato così a lungo i Papi e la Corte pontificia. Roma non pensa a una cosa del genere, rimangono Viterbo e Avignone. Vorremmo arrivare prima dei francesi».

Il museo del Colle del Duomo è diventato punto d’attrazione, grazie alla gestione Archeoares e alle visite guidate. Come spiega il grande interesse dei turisti?

«Viterbo è una città-museo e il Colle del Duomo con il Palazzo papale e la Cattedrale è il centro di questo sistema. Il problema è che, oltre al centro, non vi è nulla. Lo stesso Palazzo papale è bello da ammirare all'esterno perché - dentro - suggerisce molte cose ma non mostra nulla».

È una idea da accarezzare quella secondo cui il capoluogo deve puntare sul turismo storico-religioso?

«Puntare sul turismo storico-religioso significa puntare a "musealizzare" il centro storico e a riconoscere la matrice religiosa che ha ispirato gran parte del patrimonio oggi da valorizzare. Ma questo significa convincere la città che questo è il suo futuro se non vuole essere tagliata fuori dai grandi circuiti turistico-culturali».

Come configurare il Museo dei Conclavi?

«Una grande esposizione di materiali e di multimedialità che consenta di rivivere i Conclavi, la storia dei Papi, la storia della Chiesa dal Medioevo - quando nasce la parola Conclave - fino a oggi. D’altronde i conclavi richiamano l'interesse di milioni di persone e i Papi sono al centro dell'interesse del mondo. Un museo capace di proporre oggetti e immagini continuamente rinnovati e quindi un museo dove non si va una sola volta ma dove si ritorna».
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