Rifiuti, rogo a Casale Bussi: la Procura indaga per incendio doloso

Il rogo a Casale Bussi a Viterbo
di Renato Vigna
3 Minuti di Lettura
Lunedì 5 Giugno 2017, 11:26 - Ultimo aggiornamento: 6 Giugno, 16:28

Il rogo nell'impianto di trattamento rifiuti di Casale Bussi, a Viterbo, non è divampato per autocombustione. La Procura della Repubblica del capoluogo ha aperto ieri un fascicolo per incendio doloso, dopo aver avuto le relazioni dei carabinieri e dei vigili del fuoco.

Quella che era soltanto un'ipotesi, seppur molto accreditata, ha preso corpo nelle ultime ore. Qualcuno ha dato fuoco ai rifiuti ammassati nell'impianto di trattamento meccanico biologico, con un secondo fine - nemmeno tanto ipotetico - di mandare in tilt il sistema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti nel Viterbese, ma anche in tutto il Lazio.   

Dopo l'ìncendio infatti il caos rifiuti è tornato a preoccupare non pochi comuni della regione, Roma in primis. L'impianto di trattamento di proprietà della Ecologia Viterbo - una delle tante società della galassia Cerroni, il re delle discariche - resterà chiuso per diversi mesi. Le fiamme divampate nella notte di sabato scorso hanno quindi spinto la Regione, in fretta e furia, a trovare una soluzione per il conferimento dell'indifferenziata di un terzo del Lazio.

Nell'impianto sulla Teverina vengono infatti lavorati i rifiuti delle province di Viterbo e Rieti, oltre che di una parte dei comuni romani, tra cui Civitavecchia e Monterotondo. La soluzione d'emergenza individuata dalla dirigente regionale dell'Ambiente, Flaminia Tosini, è quella di trasportare i rifiuti della Tuscia in Toscana, per la precisione vicino Pisa, quelli di Rieti e Monterotondo a Frosinone, mentre dal litorale verranno trasferiti ad Aprilia. I costi del trasporto, particolarmente onerosi, saranno a carico dei Comuni.

Il rogo, domato in meno di tre ore, ha visto impiegate diverse squadre dei vigili del fuoco. Inizialmente ignote le cause dell'incendio, ma l'entità del danno è apparsa subito ingente – e i tempi di ripristino del sito. «Solo quando riuscire a entrare, potremo saperlo con certezza», ha detto l'amministratore delegato di Ecologia Viterbo, Pierpaolo Lombardi.

Tutto è successo intorno all'una. “Una signora, mentre passava sulla Teverina, ha visto del fumo e ha chiamato i vigili del fuoco”, racconta l'ad. Alle 3,40 il rogo era già stato domato ma per tutta la giornata di ieri i rifiuti bruciati sono stati movimentati dalle ruspe per spegnere gli ultimi focolai e iniziare la messa in sicurezza dell'area. A Casale Bussi arrivano 170mila tonnellate di rifiuti indifferenziati all'anno e lavorano 44 persone. “Qui produciamo – racconta Lombardi – combustibile derivato dai rifiuti, frazione organica stabilizzata che poi viene abbancata a Monterazzano e recuperiamo materiali ferrosi e alluminio».

Una struttura di riferimento per tutta la parte nord del Lazio che già nel 2016 era stata colpita dalle fiamme. «In quel caso fu autocombustione di rifiuti, ogni tanto purtroppo può succedere. Questa volta – dice Lombardi – è ancora troppo presto per saperlo“. Da lunedì il sito funzionerà da stazione di trasferimento dei rifiuti verso le nuove destinazioni.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA