Il nuovo Teatro Genio
«Non sarà solo cinema»

Il nuovo Teatro Genio «Non sarà solo cinema»
di Luciano Costantini
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Lunedì 29 Settembre 2014, 15:26 - Ultimo aggiornamento: 15:27
Quasi tre secoli di vita, un’esistenza luminosa pure se assai travagliata. Ma entro dicembre - magari all’inizio del 2015 - il Teatro Cinema Genio, già Teatro di mercanti (data di nascita 1719) potrebbe tornare agli antichi splendori. Una «sala polinfunzionale» che dovrebbe ospitare un cinema d’essai, spettacoli di varietà, concerti musicali, rappresentazioni teatrali. Se ne sente davvero il bisogno con l’Unione ancora inagibile almeno per altri 12 mesi. Nella migliore delle ipotesi.

Il Genio si presta, per dimensioni, per logistica, per storia. Vero è che l’impianto è stato riaperto è riutilizzato, ma sempre a singhiozzo e con risultati non esattamente confortanti. Francesco Ferretti, patron del Tuscia Village e attuale gestore del Genio, è determinato a «cambiare verso»: «Vorremmo che il teatro tornasse agli antichi fasti, ma senza stravolgerne l’aspetto. E’ bello così. Nostra intenzione è dare continuità e nuovo smalto alla struttura che rappresenta un patrimonio di Viterbo e dei viterbesi. Ci stiamo lavorando». Ferretti non vuole e non può aggiungere di più perché è in corso una trattativa discreta con l’amministrazione comunale (proprietaria dell’immobile) e con altri soggetti che dovrebbero contribuire alla rinascita. I tempi? Il titolare del Tuscia Village non si sbilancia: «Tra un mese potremo essere più precisi. Certo vorremo chiudere l’intera partita entro quest’anno, al più tardi all’inizio del prossimo».

Intanto i viterbesi sono costretti a migrare dopo la chiusura a raffica delle sale cittadine. Il Tuscia Village è diventato, per necessità, il riferimento dei cinefili del capoluogo e non solo. Lì la crisi non si è fetta sentire. O quasi. In quattro anni di vita le presenze registrate sono state 700.000, una media di 175.000 all’anno. «Certo - spiega Ferretti - l’andamento è altalenante, dovuto alle stagioni e agli avvenimenti di rilievo, per esempio i Mondiali di calcio. Ma ci difendiamo». Dunque, niente crisi? «No, semmai c’è molta più attenzione ai biglietti scontati che vengono staccati il mercoledì, ma talvolta anche in altri giorni». E i gusti? «Neppure quelli so cambiati: i viterbesi amano soprattutto la commedia all’italiana. Comunque premiano la qualità».
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