Acquapendente, il Comune pronto ad affittare dai privati il Bosco del Sasseto

Acquapendente, il Comune pronto ad affittare dai privati il Bosco del Sasseto
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Lunedì 4 Giugno 2018, 11:36 - Ultimo aggiornamento: 17:31
«Abbiamo formalizzato la nostra proposta di affitto al custode giudiziario. Non abbiamo avuto ancora risposta, credo si stia confrontando con il giudice e i creditori». Il Comune di Acquapendente continua la battaglia per gestire il Bosco del Sasseto, area privata coinvolta nel procedimento fallimentare, insieme alle altre proprietà che facevano capo a Luciano Gaucci. I 60 ettari ribattezzati il bosco delle fate e dichiarati monumento naturale dalla Regione, da metà aprile sono off-limits per motivi di sicurezza.

«Ma non bastano i cancelli all'ingresso per impedirne l'accesso. E se nessuno racconta il sindaco Angelo Ghinassi finora ha accettato di pagare 2mila euro al giorno per visitare il sito, molti lo hanno fatto abusivamente. E qualcuno si è anche perso». Insomma, dalla chiusura è scaturito un bel caos: cittadini in rivolta perché viene loro impedito di accedere, calo drastico delle presenze turistiche a Torre Alfina e accessi fai-da-te.

«Per superare lo stallo spiega il sindaco abbiamo offerto una cifra mensile forfait di alcune migliaia di euro per gestire il Bosco del Sasseto direttamente, in attesa che le procedure di esproprio si compiano». Ghinassi conta che entro luglio l'iter sia chiuso: «Siamo in attesa che la Ragioneria generale del ministero dell'Economia ci indichi il conto su cui effettuare i versamenti, subito dopo faremo un decreto con cui diventeremo ufficialmente i proprietari». Nel frattempo, appunto, il Comune ha proposto l'affitto.

«Spero che al Tribunale di Viterbo accettino la nostra offerta, considerando che si tratta di una soluzione sperimentale per cui non possiamo garantire chissà quale sforzo economico». Intanto, in consiglio comunale è stato approvato il regolamento di gestione ora al vaglio della giunta per le linee guida. «Poi invieremo tutto alla Regione cui spetta il via libera. La nostra proposta è tutelare l'area e garantirne la fruizione. Per farlo, servirà del personale: prevediamo un punto informativo, la possibilità di visite guidate e una manutenzione continua. Creeremo posti di lavoro».
 
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