Il bel gesto delle guide viterbesi: visita gratis agli studenti terremotati delle Marche

Gli studenti di San Severino Marche alla necropoli etrusca di Tarquinia
di Andrea Arena
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Venerdì 14 Aprile 2017, 11:37 - Ultimo aggiornamento: 19:23
Il viaggio, la cultura, lo stare insieme. Non troppo lontano – contachilometri alla mano – da casa, quasi sullo stesso parallelo geografico, eppure in un luogo lontanissimo dalla paura e dalla precarietà. Sessantadue tra studenti e professori (otto) hanno trascorso una giornata di studio e di svago nella Tuscia, tra Tarquinia e Viterbo: provengono tutti dall'istituto tecnico Divini di San Severino Marche, centro durante colpito dal terremoto, specie dalla scossa del 30 ottobre, tanto che l'edificio scolastico, dopo essere in parte crollato e in parte inagibile, viene demolito proprio in questi giorni.

Ma dietro la solita visita d'istruzione – un classico di ogni primavera per tutti gli studenti italiani – c'è una storia particolare. Fatta non di pietismo o di solidarietà “pelosa” ma di sensibilità umana.

Lo scorso dicembre, una professoressa di quella scuola ha contattato una guida turistica viterbese per conoscere i costi di una visita guidata tra le meraviglie storiche e archeologiche di Tarquinia (la metropoli di Monterozzi, patrimonio dell'Unesco, e il museo etrusco). La guida, intuendo dall'accento la provenienza della chiamata, ha avuto la conferma dalla docente della particolare condizione della scuola. Una verifica su internet ha completato il quadro. Quegli studenti stavano vivendo una situazione d'emergenza, costretti a conciliare i tempi e l'impegno dello studio con gli enormi problemi del terremoto. “Ho pensato naturalmente di non far pagare loro la visita – spiega oggi la guida – E' stato un riflesso incondizionato, logico, senza starci troppo a pensare”.

Piccolo particolare: per gestire sessanta persone un cicerone solo non basta, ne servono almeno due. E allora scatta la richiesta sui social network, sul gruppo che unisce tutte le guide viterbesi: “Non vi chiedo di lavorare gratis, non sarebbe giusto – scrive la guida, che preferisce non apparire con nome e cognome perché non vuole pubblicità – ma ci sarebbe qualche collega disponibile ad accompagnare questi ragazzi del primo anno e i loro professori insieme a me?” La richiesta riscuote decine di adesioni tra gli addetti ai lavori, nessuno si tira indietro. E la prima a rispondere – la più veloce, come in certi quiz – è quella che ha l'onore di accompagnare la collega.

La gita tra le tombe etrusche di Monterozzi capita in una bella mattinata di sole, mercoledì: i ragazzi (tra loro anche alcuni disabili) ammirano le vestigia con l'interesse che si può avere a quindici anni. Poi il museo, coi Cavalli Alati e il Mitra. Quindi il pomeriggio una bella passeggiata, magari con gelato annesso, nel centro storico di Viterbo, senza guide al seguito stavolta. E il ritorno a casa, a San Severino Marche, per le vacanze di Pasqua e poi il rush finale verso le ultime interrogazioni, e dunque gli scrutini, promossi e bocciati. Di mezzo, la precarietà ancora e chissà per quanto (poco, si spera) di uno sciame sismico che non smette di pizzicare – una scossa sopra il terzo grado c'è stata anche la notte tra martedì e mercoledì – e la necessità di ricostruire, di non essere dimenticati da nessuno. A partire dalle istituzioni, dalle quali è lecito aspettarsi nei confronti dei terremotati la stessa solidarietà e la stessa prontezza mostrata dalle guide turistiche viterbesi.
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