I presepi viventi invadono i borghi, i siti archeologici, le rupi, i parchi della Tuscia viterbese

Corchiano (Viterbo): La grotta della Natività del presepe vivente più longevo della Tuscia viterbese
di Carlo Maria Ponzi
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Domenica 25 Dicembre 2016, 12:15 - Ultimo aggiornamento: 12:34
A Bassano in Teverina, 100. A Corchiano, 150. A Montefiascone, 200. A Ronciglione, 150. A Tarquinia, ben 350. Cresce di anno in anno il numero dei figuranti che animano i presepi viventi della Tuscia viterbese. Gli organizzatori delle rappresentazioni in costume della Natività, considerato il loro richiamo devozional-turistico, puntano in tal modo a dare vita a spettacoli che sappiano far aderire il racconto evangelico a scenari inconsueti. E così Betlemme è ricreata nei borghi abbandonati (è il caso di Bassano in Teverina e di Celleno); nelle aree archeologiche (Sutri); in contesti naturalistici mozzafiato (Civita di Bagnoregio; Corchiano). 
 
Tra Natale e Santo Stefano tanti gli appuntamenti. Il 25 dicembre è appannaggio del più longevo presepe vivente: quello di Corchiano, perfetta macchina teatrale, con le musiche curate dal premio Oscar Nicola Piovani e la voce narrante di Gigi Proietti, arrivato alla 47 edizione e incastonato nel Monumento naturale delle Forre; due le repliche, alle 17,45 e alle 18,45. San Lorenzo Nuovo ha optato invece per chiostro della Chiesa del Convento.
 
Il giorno di Santo Stefano offre una lunga sequenza di eventi.
 
Sulla rupe di Civita di Bagnoregio, il paese che muore, sono riproposte dieci scene: un suq arabo, il castrum romano, le tende beduine, botteghe artigiane, i pastori etc. Bolsena apre con l'apparizione dell’Angelo a Maria e quindi con Maria e Giuseppe alla ricerca di un riparo per l’imminente nascita.
 
Nel minuscolo borgo di Chia, frazione di Soriano nel Cimino, la scelta è caduta sui ruderi della chiesa medievale dai quali si snoda un percorso campestre che regala una ricca degustazione di prodotti tipici locali. A La Quercia, frazione alle porte del capoluogo, è stato occupato l'intero parco dell'oratorio.
 
 A Tarquinia,  location inedita: le strutture medievali del  convento di San Francesco. Anche a Vejano è un pullulare di botteghe di antichi mestieri (vasai, pittori, scultori, tintori, filatrici, tessitori, fabbri, falegnami etc.) affiancate da scene che rievocano il dominio della Roma imperiale (censimento, accampamento dei soldati, le casa romana, le terme, l’arena con i gladiatori etc.).
 
Nuova ambientazione pure a Vetralla, nelle pieghe urbane più antiche della cittadina, con ricostruzione di scene e situazioni della vita quotidiana dei primi dell’Ottocento, abbinate alla rappresentazione della strage degli Innocenti.
 
Altri appuntamenti a Caprarola, Celleno, Montefiasone, Onano.
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