Grotta di Castro, si allaccia al gas della caserma: nuovo processo per l'ex carabiniere arrestato per droga

Grotta di Castro, si allaccia al gas della caserma: nuovo processo per l'ex carabiniere arrestato per droga
di Silvana Cortignani
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Martedì 5 Luglio 2016, 19:39 - Ultimo aggiornamento: 7 Luglio, 08:47
Contatore sigillato, ma fornelli funzionanti: al via un nuovo processo a carico dell’ex comandante della stazione dei carabinieri di Grotte di Castro, Angelo Benfante, arrestato quattro anni fa dai suoi stessi colleghi durante un blitz che portò alla scoperta di una serra di marijuana coltivata nei locali della caserma. Una vicenda che ha fatto epoca. Ebbene, Benfante non solo avrebbe coltivato droga all’interno della caserma, con la complicità del fratello dj, ma avrebbe  anche cucinato e  riscaldato l’alloggio di servizio a spese dello stato. Si tratta del  maresciallo 49enne clamorosamente arrestato per droga il 18 agosto 2011 assieme al fratello Enzo, disc-jockey 41enne di Acquapendente (che patteggiò la pena), dopo il sequestro di 17 piante di marijuana coltivate nel sottotetto della caserma dove viveva da dieci anni.  

Il militare – assolto in primo grado dal tribunale di Viterbo per la droga, ma condannato a due anni e mezzo dalla corte d’appello di Roma e in attesa della Cassazione  – il 16 febbraio è stato rinviato nuovamente a giudizio nell’ambito del filone “gas gratis” della stessa inchiesta, stavolta per peculato, dal gup Francesco Rigato, pm Paola Conti. Il processo si è appena aperto davanti al collegio presieduto dal giudice Silvia Mattei. Per due lustri, invece di pagare le bollette del suo alloggio di servizio, avrebbe consumato a sbafo il gas metano, allacciandosi con un bypass alla fornitura della caserma. Se ne sono accorti i colleghi durante la perquisizione domiciliare il giorno dell’arresto, quando trovarono il contatore sigillato, ma i fornelli funzionanti. Agli atti un tabulato dell’Enel che dimostrerebbe la furbata. “Ci sono solo i periodi di riferimento – contesta il difensore Angelo Di Silvio – mancano le fatture dei consumi”.
 
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