Gli eroi del Covid dimenticati: per 92 soccorritori del 118 futuro ancora incerto. Appello del sindacato alla Regione

Gli eroi del Covid dimenticati: per 92 soccorritori del 118 futuro ancora incerto. Appello del sindacato alla Regione
di Simone Lupino
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Sabato 15 Ottobre 2022, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 18:41

Per 92 lavoratori viterbesi del 118 (autisti, infermieri e soccorritori) la tanto agognata stabilizzazione dopo anni di lavoro in prima linea, anche e soprattutto durante l’emergenza Covid, invece di avvicinarsi si allontana ulteriormente. Peggio: nell’immediato la loro condizione rischia di farsi anche più incerta.
“Il servizio di emergenza-urgenza della Regione Lazio resta sempre tra privato e pubblico”, fanno sapere Vinicio Amici e Giuseppe Cocucci, rispettivamente segretario regionale e provinciale di Confail, sindacato che da sempre si batte per la tutela di questi operatori che fanno capo alle ditte appaltatrici e che coprono quasi per intero le postazioni sul territorio provinciale e regionale. “Lo scorso giugno Ares ha bandito un appalto definito gara ponte che dovrebbe traghettare il servizio fino all’internalizzazione”. La gara si sarebbe già conclusa, ma a quanto risulta l’assegnazione finale non avverrà prima del mese di gennaio. Scoperti novembre e dicembre. Ecco quindi che “l’11 ottobre viene pubblicato sempre da Ares un avviso di manifestazione d’interesse con delibera n.804/dg aperta a enti commerciali e onlus”.
Peggio la pezza del buco, dice Confail. Fermo restando che per il sindacato l’unica soluzione possibile è la stabilizzazione piena e totale di tutto il personale, la gara ponte offriva almeno un minimo di stabilità per i prossimi due anni. E ora? “Se dovessero emergere le disponibilità delle onlus, chiediamo la tutela del personale già operante e ovviamente con contratti uguali o migliori e stessa retribuzione", tuonano Amici e Cocucci.
Una situazione paradossale, quella dei lavoratori del 118. Nella stessa condizione dei colleghi viterbesi ci sono 44 persone a Rieti e 268 a Latina. L'internalizzazione è partita per ora e si è quasi conclusa solo a Roma.“Ogni volta che esce una delibera cresce la paura di restare senza un posto di lavoro, operatori che fino ad oggi hanno svolto il loro lavoro con impegno e dedizione, che nel periodo più buio della pandemia Covid19 hanno sacrificato le loro famiglie, indossando tute bianche e mascherine, andando a combattere contro un nemico invisibile. Li chiamavano eroi, il presidente della Repubblica dovrebbe premiare queste persone con una medaglia al valor civile. Invece si trovano ancora in bilico”.
Si sentono trattati come lavoratori di serie B. Mentre i sanitari reclutati negli ospedali durante l’emergenza sono stati assunti, tra i lavoratori del 118 c’è chi attende da 10 o 15 anni di essere stabilizzato. E si trova con un contratto di comparto non adeguato: “Il più basso d’Europa, un autista soccorritore che fa 164 ore mensili non riesce a portare a casa più di 1400 euro”.
“Chiediamo a Zingaretti, a D’Amato e a tutte le forze politiche di mettere mano una volta per tutte a questa situazione di lavoro che da anni interessa la parte pubblica data in appalto a società d’impresa destinate alla realizzazione di profitti, o ad associazioni di volontariato, e più controlli alle ditte vincitrici per far si che ci sia questo allineamento contrattuale per dare risposte concrete, facendo finire questa discriminazione”, concludono Amici e Cocucci.

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