«Nostro padre aveva un senso delle istituzioni incredibile, ha fatto politica con passione ma anche con amore, cercando di dare alla terra di Tuscia un ruolo centrale». Da destra a sinistra, passando per quel grande partito di centro di cui è stato a lungo esponente, la Democrazia Cristiana. A dare l’ultimo saluto a Rodolfo “Nando” Gigli nella basilica de La Quercia sono arrivare intere generazioni di amministratori, molti dei quali cresciuti politicamente sotto la sua ala. Ma sono state le parole della figlia Federica a scattare una foto inedita, toccando corde della persona Nando anche al di fuori delle istituzioni, che ha rappresentato praticamente a ogni livello.
C’erano il prefetto Antonio Cananà, il deputato Francesco Battistoni, i consiglieri regionali Daniele Sabatini, Enrico Panunzi e Michele Nicolai, la sindaca Chiara Frontini, il presidente della Provincia Alessandro Romoli. E poi sindaci e amministratori, in carica ed ex. Mancavano l’ex ministro Giuseppe Fioroni e l’ex sindaco Giulio Marini. C’erano i gonfaloni di Regione, Provincia e Comune, insieme alla bandiera con lo scudo crociato e la scritta Libertas, i fiori degli ex allievi Udc, del consiglio regionale e degli amici più stretti. «Sono stati giorni molto difficili per noi - ha detto Federica Gigli - ma abbiamo sentito tanto calore». Non è sua abitudine fare questo tipo di interventi, quindi «mi scuso, vi prego di considerare che mio padre avrebbe fatto un ottimo lavoro, io non sono alla sua altezza».
Ecco il Nando impegnato nella cosa pubblica. «Mio padre è stato molto fortunato», anche perché «ha svolto il lavoro a lui più congeniale, quello che riteneva fosse più nobile: ha scelto di fare politica.
Tutti presenti, amici e collaboratori. «In molti hanno parlato di lui come un maestro. Lo è stato soprattutto per i più giovani, uomini e donne che adesso io ritrovo qui nelle prime file: in voi sarà sempre un po’ di lui e ciò lo renderà per noi sempre vivo e presente. È stata una persona fortunata, noi lo siamo stati di più, perché nella nostra vita abbiamo avuto lui. Questa cosa sono riuscita a dirgliela due ore prima che tornasse alla casa del Padre».
Nell’omelia, don Massimiliano Balsi ha centrato infine il punto del suo impegno: «Possiamo non condividere le idee politiche tutti possono cogliere lo spirito di servizio che ha caratterizzato l’azione di Nando».