«Questa è una regola assurda – ha detto la terza linea – ma la rispetto, anche se nel resto dell’Europa non esiste. Mi hanno fermato per sopraggiunti limiti di età, altrimenti avrei continuato anche perché fisicamente sto bene. Ora mi darò allo yoga». Il rugby per Flori non è stato solo uno sport, ma una scelta di vita.
«In questa disciplina trovi rispetto dell’altro, il senso di responsabilità, l’altruismo, l’amicizia, lo spirito di sacrificio e il coraggio. Invito i ragazzi ad avvicinarsi a questo sport e capire cosa significa giocare a rugby ». La passione gli è nata seguendo il padre, mediano di mischia. «Lui mi ha trasmesso l’interesse per la palla ovale – racconta - visto che lo seguivo da bambino al Madami.
A 12 anni ho iniziato a praticare rugby, ho provato anche con il calciomai risultati sono stati scarsi. Meglio la palla che effettua gli strani rimbalzi, mi sono detto». Erminio Cipriani è stato il tecnico che lo ha messo in campo: «Riuscì a creare un buon gruppo di giocatori e a ridare dignità a una società che stava andando alla deriva». È durata ventiquattro anni «ed è stata l’avventura extraconiugale più bella della vita. Con orgoglio posso dire di aver sempre indossato solo la maglia della mia città, nonostante le offerte».
Nel suo diario tante storie. «Spero di riaprirlo con i nipoti – ha detto ancora Flori – e raccontar loro di aver conosciuto tante brave persone oneste». Il futuro non sarà in pantofole.« Ancora non ho deciso cosa farò ha sottolineato - : ma di sicuro proseguirò con l’attività sportiva in una disciplina senza limiti di età questa volta; l'atletica leggera è quelle più adatta. Poi dovrò imparare a gestire le mie domeniche libere dopo 24 anni di impegni, poiché rischio che mia moglie Paola, che è stata la migliore meta della mia vita, mi scambi per un alieno in giro per casa».
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