Emergenza acqua, nel Viterbese si rischia il razionamento. L'appello di Talete: «Ridurre i consumi»

Rubinetti a secco
di Federica Lupino
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Mercoledì 21 Giugno 2017, 16:25
“Rischiamo il razionamento dell’acqua”. Allarme siccità, dopo l’allerta lanciata per l’agricoltura dalla Coldiretti, arriva il monito di Talete. La società che gestisce il servizio idrico integrato  nell’Ato 1 Lazio Nord avverte tutti: “Fate un uso responsabile della risorsa, altrimenti saremo costretti ad adottare soluzioni drastiche”. E proprio per far fronte all’emergenza la spa ha chiesto un tavolo tecnico in Prefettura con l’Ato, l’ambito territoriale ottimale, allo scopo di pianificare gli interventi della protezione civile in caso la mancanza di pioggia si protragga. Già sono quattro i comuni del Viterbese in cui, a causa delle caratteristiche delle reti, è partita la limitazione notturna del flusso nonché il ricorso alle autobotti per integrare l’insufficiente portata degli acquedotti. Del resto, la situazione descritta è da bollino rosso: “Sorgenti e pozzi hanno già ridotto la loro portata del 30%. E siamo solo a inizio della stagione: solitamente, questi livelli vengono toccati alla fine”, avvertono da Talete.

Dopo un inverno poco piovoso e una primavera dalle temperature già estive, tutta l’Italia è a forte rischio siccità. Negli ultimi sei mesi nel Lazio le precipitazioni sono diminuite del 30% rispetto alle medie, colpendo finora soprattutto le coltivazioni, flagellate anche da alcune improvvise gelate e ondate di maltempo fuori stagione. Il caldo e la siccità tra aprile e maggio hanno indebolito ulteriormente le piante che, in anticipo rispetto al ciclo produttivo, si sono trovate impreparate di fronte al brusco sbalzo termico che ha compromesso le produzioni, come denunciato dalla Coldiretti che ha chiesto l’intervento della Regione. La scorsa settimana, anche tutte le società che gestiscono il servizio idrico a Viterbo, Rieti, Frosinone, Latina e Roma si sono incontrate nella Capitale e il quadro emerso non è mai stato così allarmante.

La condizione attuale non è certo frutto della sola stagione 2017. “Sono anni ormai – spiegano gli esperti di Talete – che le falde più profonde soffrono perché d’inverno la neve è sempre più scarsa e il resto dell’anno le piogge si concentrano sotto forma di temporali che, oltre a provocare ingenti danni idraulici, non permettono di ricaricare i bacini perché l’acqua scivola verso i fiumi”. Se poi ci si aggiungono mesi di siccità, il quadro è completo. “Abbiamo chiesto a tutti i sindaci – continuano dalla società – di anticipare le ordinanze contro gli sprechi di acqua per irrigare orti, giardini o lavare le auto. Quasi tutti ci hanno ascoltati”. Ma mancano i controlli: “L’ordinanza di per sé può poco se poi non viene fatta rispettare”, ricordano.

Intanto, a Faleria, Castel Sant’Elia, Nepi e Monterosi, a causa dell’isolamento delle reti si è già partiti con le autobotti e la regolazione notturna del flusso per consentire ai livelli dei serbatoi di risalire, soprattutto quelli che servono abitazioni poste ai piani superiori degli immobili o comunque più in alto rispetto alle altre. Nel nord della Provincia, Viterbo compresa, nonostante l’enorme riduzione della portata di acqua la situazione è ancora sotto controllo. “Ma se non inizierà presto a piovere, senza fare temporali – concludono dalla società – l’emergenza scoppierà e allora dovremo ricorrere al razionamento in alcune ore del giorno e all'uso della protezione civile per garantire acqua a sufficienza in tutti i comuni”.
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