Duello alla direzione Pd di Viterbo, Panunzi contro Fioroni: «Avete lavorato per non farmi candidare»

Il deputato Giuseppe Fioroni e il consigliere regionale Enrico Panunzi
di Massimo Chiaravalli
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Martedì 16 Gennaio 2018, 15:49
Avanti come un caterpillar. Democratico e popolare. Dopo diversi schizzi di sangue (politico) la direzione provinciale del Pd ha deciso di candidare alla Regione l’uscente Enrico Panunzi, il vicesindaco del capoluogo Luisa Ciambella, il segretario provinciale Andrea Egidi. Fin qui tutti d’accordo. Poi la maggioranza ha optato per una quota rosa non del tutto locale: Raffaella Petrilli, docente all’Università della Tuscia, ma romana. Bocciata invece la proposta della minoranza su Alessandra Mecocci, accettata invece (anche senza passare dal voto) quella di creare un coordinamento di garanzia nella segreteria provinciale per il periodo elettorale, considerato che Egidi è in campo e quindi non super partes.

La maggioranza giorni fa aveva perso un pezzo importante: Alessio Trani, uscito dalla segreteria provinciale accorciando ancora di più la forbice con i fioroniani; il cui documento è stato illustrato da Tiziana Lagrimino. Per la minoranza invece doppio ordine del giorno, avanzato da Manuela Benedetti: il primo per il quarto nome, quello di Mecocci in tandem con Panunzi; il secondo «per una gestione unitaria del Pd nella fase elettorale, con un coordinamento paritario, come avviene a Frosinone». «La discussione – ha ribattuto Ciambella – è rimandata ad altra occasione, oggi trattiamo gli argomenti all’ordine del giorno».

Alle Terme Salus ieri sera la tensione si taglia a fette, a cominciare proprio dall’intervento di Trani, che spiegando la sua uscita si è lasciato andare alle lacrime. Per continuare con Benedetti: «Questa direzione è l’ennesimo atto di incapacità a trovare unità. Si fa tutto in funzione delle candidature, non del progetto di partito. Abbiamo assistito ad autocandidature a mezzo stampa e prima della direzione, organo per la proposta. Tentativo maldestro di condivisione di un documento».

In sala anche i big, da Fioroni a Panunzi, fino a Mazzoli e Terrosi. E sono stati i primi due a chiudere il dibattito prima della votazione arrivata solo alle 22, con un duello politico fatto di botte e risposte, non solo sull'ordine del giorno. «E' surreale affrontare la campagna elettorale in questi termini. Qui dentro - ha attaccato Panunzi - c'è una divisione netta, schierati metà a destra e metà a sinistra, separati solo dal corridoio». Ha ricordato di essere stato l'unico candidato consigliere regionale, nel 2013, scelto con le primarie: è seguito un battibecco accesissimo con il consigliere comunale Martina Minchella: «Era tutto frutto di un accordo politico», lo ha interrotto lei. «Tu nel 2013 neanche esistevi», ha replicato lui.

«Io me la ricordo la campagna elettorale del 2005: anche l'ultimo manovale - ha continuato Panunzi - ha lavorato per Mazzoli alla Provincia e Fioroni all'uninominale: noi stiamo facendo così? Confrontiamo una candidata virtuale con una reale. Questa docente non so chi la conosca. Non ho mai lavorato per non far candidare qualcuno, cosa che è stata invece fatta con me. Vi piacciono i candidati virtuali? Allora candidate Zichichi».

Fioroni ha ribattuto così: «Servono rispetto, responsabilità e sacrificio: è ciò che ci deve distinguere dagli altri. Se non ci sono questi, è una presa per il culo. Nella provincia sono stato sempre un ingombro, ma abbiamo vinto il congresso e non siamo usurpatori. Ci deve essere il rispetto dei ruoli, se non lo capiamo non sono disponibile alle unità di facciata. È per questo che sono usciti quelli di Liberi e uguali. Quindi, se c'è una maggioranza, questa sceglie due candidati, uno la minoranza e uno arriva dalla società civile. Patrilli è la più stretta collaboratrice del ministro Madia, è una che scrive sulla terza pagina di grandi quotidiani nazionali: sono onorato che abbia accettato».

In ogni caso, la decisione finale sarà presa sabato prossimo alla diregione regionale.
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