Dirigenti in fuga da palazzo dei Priori, Fi e FdI: «Scappano perché condizionati dalla politica»

Dirigenti in fuga da palazzo dei Priori, Fi e FdI: «Scappano perché condizionati dalla politica»
di Massimo Chiaravalli
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Venerdì 16 Febbraio 2018, 16:00 - Ultimo aggiornamento: 16:11

Palazzo dei Priori senza dirigenti, adesso il problema è ricostruire la macchina amministrativa. Tutta o quasi, perché dopo che molti tra i dirigenti hanno scelto nuove strade, altri se ne andranno in pensione. Ma non si placano le polemiche: «Se ne vanno perché sono stati additati come non capaci», attacca Giulio Marini (Fi); «E la politica ne ha condizionato l’operato», sostiene Claudio Ubertini (Fi).

Gli ultimi ad andarsene: la segretaria generale Francesca Vichi, a novembre, e il ragioniere capo Claudio Ubertini, che a marzo andrà all’Arsial. «Ci troviamo in una situazione di grande preoccupazione – dice Ubertini – e viene spontaneo domandarci il perché della fuga di figure professionali che coprono ruoli apicali». Una risposta l’esponente di FdI ce l’avrebbe pure. «Quanto accaduto porta a pensare che questa amministrazione non li abbia fatti lavorare bene e che non abbia lasciato ai dirigenti la giusta autonomia, probabilmente condizionandone l’operato, che va sempre scisso da quello politico».

Quintarelli è uno che con Giulio Marini ha lavorato fianco a fianco sia quando era presidente della Provincia, sia da sindaco. «Con lui – spiega – ci sono stati 25 anni di fiducia. E’ apprezzato anche oltre i confini di Viterbo». Infatti tra le ipotesi di approdo si era vociferato anche di comune di Roma e Corte dei Conti. «E’ una persona richiesta, si vede che ha delle caratteristiche di alto livello. Fortunatamente lo abbiamo avuto per tanto tempo». Nel merito dell’emorragia continua, Marini fa un paragone tra questa amministrazione e la sua. «Ho incontrato dirigenti di tutti colori politici, ma ho valutato solo le capacità professionali e l’attaccamento all’ente. Oggi a mio avviso questo comportamento non c’è stato, almeno inizialmente. Più volte i dirigenti sono stati additati come professionalmente non capaci, questa maggioranza ha detto che tutte le difficoltà erano colpa dei dipendenti. Non è così: ognuno deve assumersi le proprie responsabilità».

Ora si guarda oltre. «La fuga è un grave danno – commenta Ubertini – sono state perse professionalità di grandissimo livello. E’ come se la politica avesse condizionato il loro operato, non ci possono essere altre spiegazioni. Chi si troverà ad amministrare tra pochi mesi dovrà ricostruire una classe dirigente che coi pensionamenti sarà totalmente smantellata». Un auspicio finale: «Mi auguro che chi ha distrutto tutto e creato questa situazione – conclude - abbia almeno il buonsenso di far scegliere ruoli così importanti a chi arriverà dopo».

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