«Mi sarebbe piaciuto chiuderla prima e invece un problema alla mano sinistra - ha rivelato a caldo Marsili - mi ha costretto ad andarci piano. Ho preferito attendere senza rischiare troppo. Me lo sentivo di essere in vantaggio e quindi ho amministrato». Complimenti anche all’avversario: «Credo che dei tre pugili con cui ho difeso la corona negli ultimi tempi - ha aggiunto Marsili - Mizsey sia stato quello più ostico. Ha confermato tutte le sue caratteristiche: molto mobile, tant’è che sgusciava via bene, ma anche abbastanza tecnico, un buonissimo boxatore e quindi veramente spigoloso da affrontare anche per la differenza di altezza a suo favore».
Dopo la vittoria della riconferma, invitabile parlare di futuro. Dopo questo ennesimo successo, il trentesimo della sua carriera (tutti vinti tranne un match finito pari), Marsili ha tutte le carte in regola per puntare più in alto, ossia a quel titolo mondiale del quale già da un po’ si parla. «Era fondamentale vincere - ha proseguito il boxeur di Civitavecchia - perché abbiamo in mente qualcosa di importante: insieme a Salvatore Cherchi dell’Opi 2000 e con il prezioso contributo di Federico Zampaglione (il frontman dei Tiromancino, grande amico e tifoso del Tizzo, era presente a Viterbo insieme alla moglie, l’attrice Claudia Gerini, ndc), vogliamo riportare in Italia la disputa del mondiale, organizzando un grande evento, in stile americano».
Il Saturday boxing night si è aperto con gli incontri del sottoclou che hanno visto vincere tra i welter il lettone Ivans Levickis che ha messo ko Alessandro Cacciatore a 2’45 del secondo round. Nei pesi mediomassimi vittoria per decisione tecnica alla quarta riprese per Alessandro Sinacore contro Martins Kukulis. L’altro titolo in palio nella serata, quello italiano dei supermedi, è andato al beniamino di casa Andrea Di Luisa che ha conquistato la cintura per walk over, senza combattere. Infatti, l’avversario Diego Velardo, in preda a una crisi di panico, a pochi metri dal ring ha deciso di ritirarsi consegnando il titolo al pugile viterbese.
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