Cava di Lubriano, la Regione annulla l'autorizzazione: è tutto da rifare

Cava di Lubriano, la Regione annulla l'autorizzazione: è tutto da rifare
di Federica Lupino
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Mercoledì 13 Luglio 2016, 11:45
Cava di Pietrara a Lubriano, nel nord del Viterbese, è tutto da rifare. La Regione annulla la precedente autorizzazione e ricomincia l'iter daccapo. Il motivo? Era scritto nei rilievi che il comitato cittadino aveva sollevato a sostegno del proprio no: l'area interessata è classificata come zona E2 (agricola speciale) nel piano regolatore. Una simile dichiarazione significa che lì non si possono aprire cave. Ma nonostante ciò il Comune ha dichiarato la compatibilità del progetto con la destinazione urbanistica. "Dichiarazione questa palesemente non corrispondente alla realtà", ricordano dal comitato. Che succede ora? Verrà indetta una nuova conferenza dei servizi in cui tutti i soggetti invitati dovranno ripresentare la documentazione a sostegno del sì o del no alla nuova attività estrattiva a pochi chilomentri da Civita di Bagnoregio.

"Si tratta certamente - dice Anna Paola Franceschi, presidente del comitato - di una prima vittoria". Ora entro il mese una nuova conferenza di servizi dovrà valutare la vicenda alla luce di tutte le novità. Oltre all’incompatibilità col Piano regolatore del Comune di Lubriano, la conferenza dovrà valutare anche tutte le altre questioni da noi poste, a partire dalla tutela di un territorio che con Civita di Bagnoregio e la valle dei Calanchi è candidato a bene Unesco. Inoltre, a pendere sul futuro dell'attività estrattiva richiesta dall'azienda agricola di Luigi Cimarello, anche l'avvertimento della Soprintendenza per l'Etruria meridionale. "Questo ufficio – si legge nella nota firmata dalla soprintendente Alfonsina Russo e dal funzionario responsabile Maria Letizia Arancio - ha subordinato il rilascio del proprio parere all'esecuzione di saggi di scavo preventivi nell'area, ad alto rischio archeologico".

La conclusione del comitato è presto detta: "In questi mesi di lotta contro la cava – conclude Franceschi – i Comuni limitrofi, la Soprintendenza, il comitato Unesco di Viterbo e tante altre associazioni hanno espresso la propria contrarietà. Dunque, auspichiamo che la conferenza valuti tutti questi elementi e si chiuda con un chiaro no alla cava".
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