Viterbo, Cava di Lubriano, la Soprintendenza: «Area ad alto rischio archeologico»

Viterbo, Cava di Lubriano, la Soprintendenza: «Area ad alto rischio archeologico»
di Federica Lupino
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Venerdì 24 Giugno 2016, 18:37
Cava a Lubriano, la Soprintendenza per l'Etruria meridionale ha ufficialmento chiesto alla Regione di sospendere l'iter autorizzativo. "Questo ufficio – si legge nella nota firmata dalla soprintendente Alfonsina Russo e dal funzionario responsabile Maria Letizia Arancio - ha subordinato il rilascio del proprio parere all'esecuzione di saggi di scavo preventivi nell'area, ad alto rischio archeologico. Tutto ciò premesso, è evidente che la conclusione del procedimento potrà essere effettiva solo dopo che questa Soprintendenza, alla luce dei risultati delle indagini richieste e non ancora eseguite, avrà espresso il proprio parere, positivo o negativo". Insomma, mentre il 25 giugno scadrà la sospensione di 45 giorni decisa dalla stessa Regione per approfondire la questione, arriva uno stop pesante all'iter autorizzativo.

La cava di basalto, che potrebbe sorgere in località Pietrara su richiesta dell'azienda agricola di Luigi Cimarello, è osteggiata anche da un comitato cittadino che chiede l'annullamento della detemina conclusiva. Nei giorni scorsi, dopo aver affidato tutta la documentazione a uno studio legale, ha inviato in Regione diverse osservazioni che dimostrerebbero la mancanza di requisiti per avallare l'apertura del sito.

Oltre a mettere a rischio la candidatura Unesco di Civita di Bagnoregio, distante 5 chilomentri, per il fronte del no ci sarebbero anche impedimenti tecnici: "L'area della cava è classificata zona E2, ovvero agricola speciale, nel piano regolatore di Lubriano. In tale zona – spiega Anna Franceschi, presidente del comitato - è vietato "aprire cave". Nonostante ciò, il Comune ha dichiarato la compatibilità del progetto con la destinazione urbanistica". Inoltre, anche se negli atti la cava è definita di interesse sovracomunale, il parere dei comuni limitrofi interpellati – Bagnoregio e Bolsena – è stato negativo. "La Regione avrebbe anche dovuto interpellare – aggiugne Franceschi - il consorzio dei comuni dei Calanchi che si è costituito per coordinare lo sviluppo di tutta l'area. E inoltre, il nullaosta per il vincolo idrogeologico che ha validità di tre anni è scaduto".

 
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