Capodimonte, l'abbraccio forte agli storici pioppi del lungolago: «Non devono essere tagliati»

L'abbraccio ai pioppi a rischio di taglio
di Andrea Arena
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Mercoledì 26 Aprile 2017, 08:05 - Ultimo aggiornamento: 11:03

“Abbracciamoci forte e vogliamoci tanto bene”, avrebbero detto Caressa e Bergomi, in altri tempi calcisticamente più fortunati. L'abbraccio però resta, e anche se non si va a Berlino per giocare la finale, la partita è aperta. L'abbraccio è ai pioppi, i 22 alberi giganti che ornano da sempre l'ultimo tratto della passeggiata di Capodimonte, sul lago di Bolsena. Un water-front, come direbbero gli architetti famosi, ormai entrato nell'iconografia locale: ci sono vecchie foto in biancoenero, dei primi del Novecento, quando viale Regina Margherita non era ancora asfaltata, le signore in abito lungo, il lago e, ovviamente i pioppi. Quei pioppi che oggi in cinquanta, giovani e vecchi, locali (la maggior parte) e forestieri, sono qui ad abbracciare affinché non vengano sradicati.

Ora il Comune vuole tagliarli. Alcuni sono malati – e si vede a occhio nudo, senza essere botanici -, altri sono comunque ritenuti dall'amministrazione pericolosi: ci sarebbero stati casi in cui qualche ramo è caduto sulle persone. E poi i rischi per gli allergici, specie di questa stagione, quando la lanugine si spande nell'aria, entra nelle case (“e nei ristoranti...”, aggiungono i maliziosi) e fa venire da starnutire. Comunque, la determina è già pronta e firmata, gli attivisti contrari ne hanno fatto una copia e l'hanno affissa al presidio: per circa 5mila euro, un'azienda viterbese del ramo – è il caso di dirlo – li butterà giù. Accanto, sempre in riva al lago, il Comune ha già piantato dei piccoli platani sostitutivi, che quando cresceranno uniformeranno questo tratto al resto della passeggiata, dove i platani già ci sono da anni.

Comunque, nel pomeriggio del 25 aprile, quelli dell'associazione La Porticella, più simpatizzanti, amanti della natura, abitanti locali, hanno abbracciato i tronchi, come in una di quelle foto che si vedono sul Guinness dei primati per le sequoie giganti della California. Hanno ballato al suono dei bongos e dei tamburelli, hanno aderito alla raccolta firme. Che è abbinata anche ad un'antologia di racconti, ricordi, disegni, sul passato di questi alberi: “A Capodimonte – ha spiegato Dario, dell'associazione La Porticella – si è sempre detto 'vado giù ai pioppi', per indicare questa zona. E' la conferma di quanto il paese sia legato ai suoi alberi”.

Abbracci e abbracci, allora, e il rinnovo della richiesta di un incontro al sindaco Fanelli. Un incontro che il primo cittadino ha sempre evitato, e che invece potrebbe anche risolvere la questione in modo civile, come dovrebbe essere naturale in una comunità piccola e unita come quella di Capodimonte.

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