Boschi urbani e serbatoi: Viterbo si attrezza contro i cambiamenti climatici

L'Orto botanico coinvolto nel progetto del Comune, insieme al Cnr
di Simone Lupino
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Sabato 21 Maggio 2022, 19:07

Boschi urbani e un sistema per la raccolta e lo stoccaggio delle acque meteoriche, da utilizzare poi per l’irrigazione del verde pubblico: Viterbo cerca di adattarsi ai cambiamenti climatici e a ridurne l’impatto sulla popolazione, con un progetto sviluppato dal Comune in collaborazione con Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) e Orto Botanico. Prevista anche una parte sperimentale con lo studio di piante fitodepuranti da impiegare invece in ambito termale. A disposizione la somma di mezzo milione.

“E’ uno dei vari finanziamenti che abbiamo ricevuto in questi anni partecipando a vari bandi – spiega il dirigente di Palazzo dei Priori che ha curato il progetto, Eugenio Monaco –. In questo caso sono 576mila euro che provengono dal Ministero della Transizione ecologica. Per ogni Comune c’era un plafond economico a disposizione nel caso in cui la scheda progettuale ricevuta fosse risultata accattivante”. 

Il dato di partenza è che negli ultimi dieci anni a Viterbo si sono registrati fenomeni di natura climatica avversi che riguardano periodi caldi con conseguenti ondate di calore, siccità prolungata nei periodi estivi, precipitazioni intense con conseguenti eventi alluvionali.

“Come Comune – prosegue Monaco - abbiamo pensato alla realizzazione di un sistema di raccolta delle acque meteoriche e l’irrigazione del verde pubblico, in modo tale da risparmiare in bolletta ma soprattutto per ridurre lo spreco di acqua”. La zona individuata è quella di Valle Faul, dove, su una superficie di circa 150 metri quadrati, verranno realizzate quelle che in linguaggio tecnico si chiamano aree di bioritenzione, da cui l’acqua piovana, filtrata, finirà in appositi serbatoi, accumulata e reimpiegata a scopi non umani.

Quattro invece gli interventi di forestazione urbana, con l’impiego di 600 piante e 1500 arbusti.

Saranno ubicati in aree termali dove c’è una scarsa presenza di specie ombreggianti, dice Monaco. Zone termali e non solo: le Piscine Carletti, Valle Faul, il Parco del quartiere Santa Lucia e il Parco dell’Aeronautica. 

Fin qui la parte funzionale ed estetica del progetto. Poi c’è quella scientifica in senso stretto che si svolgerà all’orto botanico, vicino al Bullicame. “Lo scopo – dice sempre Monaco - è studiare le capacità fitodepuranti di una gamma di specie vegetali da poter sfruttare in ambito termale. Sappiamo, infatti, che le acque termali sono ricche per natura di arsenico e altri metalli. In futuro potrebbe esserci l’esigenza di abbattere concentrazioni così alte di queste sostanze.  E in questo senso ci sono alcune piante che possono aiutarci”.

Capofila del progetto, come detto è il Comune, “però abbiamo pensato di coinvolgere partner molto importanti come il Cnr e l’Orto botanico. Una convenzione ad alta caratura tecnica e scientifica per spendere questi soldi”, conclude il dirigente.

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