Accoglienza migranti, è caos: la Prefettura indietro coi pagamenti di 5 mesi

Migranti a Viterbo con il prefetto Bruno
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Venerdì 18 Maggio 2018, 12:35 - Ultimo aggiornamento: 14:22

Accoglienza migranti, crescono i malumori tra i gestori dei centri. La nuova politica del Palazzo del Governo che prevede controlli a tappeto da parte di una task force composta da ispettori della Asl e vigili del fuoco, non si limita alla verifica del rispetto puntuale del capitolato. Visto che le risorse in ballo sono parecchio (per l’ultimo biennio il Viminale aveva stanziato oltre 53milioni di euro), Giovanni Bruno ha deciso anche una stretta sulle spese ammissibili.

Se fino al suo insediamento la rendicontazione obbligatoria da parte degli operatori riguardava solo una piccola fetta della torta, ora coinvolge tutte le uscite. E l’erogazione dei fondi è subordinata ai controlli. Il risultato? La Prefettura è indietro coi pagamenti di cinque mesi. Con conseguenze pesantissime soprattutto sulle cooperative più piccole che rischiano di non reggere. Ma non solo.

«La situazione – testimonia Carlo Rovelli, imprenditore titolare della convenzione per il centro di accoglienza straordinaria di via Emilio Bianchi a Viterbo – sta diventando
ingestibile. I ritardi nei pagamenti pesano a tal punto che molti gestori sono stati costretti a interrompere la consegna del pocket money ai migranti (2,50 euro a testa, ndr)”. Tanto basta per generare malumori che spesso sfociano in minacce, verbali e non solo, agli operatori.

“Anzi – denuncia Rovelli – si rischia di innescare un pericoloso meccanismo che potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza di tutti: i richiedenti asilo scontenti iniziano a non rientrare nelle strutture e a inventarsi altri modi per racimolare qualche euro».

Anche all’Arci testimoniano la “situazione di sofferenza” dei gestori. «Partecipando al bando – testimonia Alessandra Capo – eravamo consapevoli di possibili ritardi nell’erogazione ma mai avremmo pensato di questa entità. Proprio ieri abbiamo ricevuto il secondo anticipo mancante del 2017. Ora noi siamo indietro con il saldo dello scorso anno e tutto il 2018». L’Arci sinora è riuscita comunque a garantire l’erogazione del pocket money.

«Ma siamo stati penalizzati – sostiene – dai controlli della Prefettura perché, rispetto alle strutture alberghiere, noi garantiamo un’accoglienza diffusa in appartamenti dove la pulizia è delegata agli ospiti, dietro la nostra supervisione. E qualche rilievo c’è stato». Sulle rendicontazioni Capo conclude: «È giusto controllare ma la Prefettura, non avendo un ufficio organizzato allo scopo, ha accumulato ritardi che ci mettono davvero in difficoltà».  

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