25 aprile, lo striscione di Casapound: sale di nuovo la tensione sui Cimini. La condanna del sindaco di Canepina

La scritta di Casapound contro i partigiani
di Federica Lupino
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Mercoledì 26 Aprile 2017, 10:13 - Ultimo aggiornamento: 12:10

Viterbo celebra il 25 aprile, ma oltre alla festa c’è spazio per la provocazione. Nel capoluogo la Scuola allievi sottoufficiali dell'Esercito ricorda Paolo Braccini (comandante delle brigate “Giustizia e Liberta”) e poi tutti in corteo da piazza San Sisto al Sacrario, passando per l’omaggio a Mariano Buratti. A Canepina, invece, esplode il caso dello striscione firmato Casapound. Lungo la variante che collega il comune dei Cimini a Vallerano, i militanti della formazione di estrema destra hanno scritto: “Ieri imboscati e partigiani, oggi infami e bombaroli”. Il riferimento, nemmeno troppo velato, è ai recenti fatti di cronaca avvenuti proprio a Vallerano dove l’11 febbraio un ragazzo 24enne è stato aggredito da un gruppo di Casapound, la cui sede una settimana dopo è stata danneggiata dall’esplosione di un ordigno. Insomma, la tensione sui Cimini resta alta e nella giornata in cui si celebra la liberazione dal nazifascismo la scritta non ha fatto che alzare il livello.

A Viterbo, spazio alla memoria e alle celebrazioni. “Il 25 aprile è una festa che rappresenta l’identità nazionale: un’identità che è antifascista. La stessa – ha detto il presidente dell’Anpi Enrico Mezzetti – della nostra Costituzione che non è morta, ma attuale più che mai”. Anche il sindaco Leonardo Michelini ha ricordato che “la Resistenza è stata una reazione di tanti intellettuali ma soprattutto di tantissimi giovani che hanno vissuto sulla propria pelle le atrocità della guerra”. Presenti anche il neoprefetto Nicolò D’Angelo, i deputati del Partito democratico Giuseppe Fioroni e Alessandro Mazzoli, il consigliere regionale Pd Enrico Panunzi, la segretaria dello Spi-Cgil, Miranda Perinelli.

E proprio in occasione del 72esimo anniversario della Liberazione dal fascismo, sui Cimini si è respirato un altro clima. La scritta, che sarebbe comparsa in tarda mattinata sul muraglione lungo la provinciale, è stata subito rimossa dagli operai del Comune. Durissima la condanna del sindaco Aldo Moneta: “Proprio nel giorno in cui abbiamo celebrato la libertà ritrovata, Casapound ha avuto la geniale idea di attaccare chi quella libertà ce la restituì pagando un caro prezzo e chi oggi si impegna a tramandare quei valori. Come donne e uomini e come amministratori esprimiamo una dura condanna per questo gesto, ribadendo che oggi come allora noi siamo e saremo dalla parte dei partigiani. W il 25 aprile. W la Resistenza. W l'Italia libera”. Da febbraio, sono diverse le scritte firmate Casapound apparse nei paesi dei Cimini: “Jacopo libero”, con riferimento al militante del movimento, Jacopo Polidori, agli arresti domiciliari per l’aggressione, oppure “La banda tiene botta”. Anche questi slogan sono stati rimossi.
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