Arrivano le streghe di Netflix con “Luna Nera”, serie tv al femminile

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di Maria Lombardi - Video Andrea Giannetti/Ag.Toiati

Le streghe sono tornate. Questa volta in una serie tv targata Netflix, "Luna Nera", tutta al femminile. Donne le tre registe delle sei puntate (disponibili dal 31 gennario): Francesca Comenicini, Susanna Nicchiarelli e Paola Randi. Le sceneggiatri Francesca Manieri, Laura Paolucci, Vanessia Picciarelli e Tiziana Triana che è l'autrice del romanzo da cui è tratta la storia "Le città Perdute. Luna Nera", uscito a novembre scorso con Sonzogno.

Siamo nel Seicento, campagne della Tuscia. Ade, una levatrice di 16 anni, viene accusata di stregoneria dopo la morte di un bimbo durante il parto. Rischia di finire sul rogo e si rifugia in una comunità di donne messa ai margini per via dei loro poteri e della loro antica sapienza. Ade si innamora di Pietro, il figlio del capo dei Benandanti, i cacciatori di streghe, ed è messa di fronte a una scelta. 

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Una scommessa per le tre registe italiane, «mettere insieme un mondo che fosse al tempo stesso realissimo e magico senza che le due cose fossero in contraddizione». E raccontare le streghe, «donne e nient'altro che con la loro sapienza e la loro differenza spaventano».

Una sfida anche per la produzione. «Fandango non ha mai fatto fantasy», spiega Domenico Procacci che ha prodotto con Netflix la serie. «Ci siamo chiesti: perché non raccontare anche noi queste storie? E non superare il pregiudizio su una serie italiana fantasy? Una scommessa coraggiosa».

«Non c'è niente di più magico della realtà e niente di più realistico della magia», dice Francesca Comencini, la regista che firma i primi due episodi. «Le streghe sono donne forti, ribelli, che non stanno un passo indietro. Una  figura universale che torna di moda, la più grande utopia del nostro tempo. La magia ci indica un modo diverso di stare al mondo, con donne che non si sottomettono e sfuggono alle regole, e anche se discriminate non sono vittime».

Susanna Nicchiarelli: «Un progetto divertente e anche intelligente, una sfida quella di portare a un grande pubblico dei contenuti seri e importanti, come quelli della persecuzione, dell'ignoranza e della scienza. Abbiamo creato qualcosa di completamente diverso».

Una «collaborazione gioiosa», per Paola Randi. «Non vedevo l'ora che ci fosse una cosa così. Il genere ti dà l'occasione di manipolare la realtà e già questa è una magia, un superpotere». Tra il romanzo di Tiziana Triana e la serie tv ci sono delle differenze, «il libro - spiega la scrittrice - ha un andamento più realistico che poi esplode nel fantastico. Ho voluto dare visibilità a un nostro patrimonio, un pezzo di storia dimenticata e raccontata più da autori anglosassoni che dà l'occasione di ricollocare al giusto posto donne messe da parte».