Venezia 80, la battaglia di Favino: «Stanco dei cliché su attori italiani»

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“Il pubblico italiano tornerà ad avere fiducia nel cinema italiano quando vedrà gli attori italiani entrare nelle produzioni internazionali. È la piccola battaglia che io sto facendo per la quale dico che i ruoli italiani devono essere interpretati da attori italiani è perché nel momento in cui Alessandro Borghi, Sabrina Impacciatore, un Luca Marinelli sono in una produzione internazionale, improvvisamente il pubblico italiano si sente rappresentato in quello che considera essere il cinema di livello A o B”. Comincia così il video integrale nel quale l’attore Pierfrancesco Favino lancia la sua battaglia proprio dalla Mostra di Venezia, per accendere un faro sui ruoli degli attori italiani nel panorama internazionale.  

“Se invece noi consentiamo ai nostri ruoli di essere recitati da attori non italiani, cosa unica nel mondo in questo istante, ecco che saremo sempre nello stesso campionato ma per i ruoli di retrocessione. Questa è una piccola battaglia da fare”, affonda Favino. Che sottolinea: “Nessun Paese al mondo in questo momento sta consentendo a Pierfrancesco Favino di fare, giustamente, Kennedy o Tom Ford. E noi invece stiamo tranquillamente dicendo che tutta la famiglia Gucci è italo americana, senza problemi. Se va bene, va bene per tutti”. 

L’attore, a Venezia come protagonista assoluto di ‘Comandante’ di Edoardo De Angelis e presente anche nel film di Stefano Sollima, ‘Adagio’, si toglie molti sassolini dalle scarpe: “Io sono un po’ stanco di essere additato con un cliché dell’italiano fatto in un certo modo. Per me un attore è libero di pensare di essere una giraffa belga. Quello è il nostro mestiere, noi esistiamo per essere quello che non siamo. Ma se le regole comuni sono queste, allora a queste regole dobbiamo partecipare anche noi. Soprattutto perché chi viene qui ha un risparmio del 45% di tasse”.  (Adnkronos)