Gianna Nannini: «Sono stata scoperta da Mike Bongiorno e lanciata da Mara Maionchi»

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È Gianna Nannini la protagonista della nuova puntata di “Stories”, il ciclo di interviste ai principali interpreti dello spettacolo di Sky TG24. Ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di Roberto Contatti, la cantante si racconta in “Gianna Nannini – Nata nel 1983”, in onda lunedì 15 aprile alle 21.00 su Sky TG24, sabato 20 aprile alle ore 13.30 su Sky Arte e sempre disponibile On Demand. 

 

Lo fa partendo dal suo nuovo album ‘Sei nell’anima’, pubblicato venerdì 22 marzo: “È un percorso di vita che mi ha portato a fare questo album. Sono partita dalla parola silenzio perché emanava l’idea di uno spazio intimo che abbiamo dentro. Con uno stile vicino un po’ allo stile di musica che mi ha fatto crescere, quella afroamericana e il blues, la musica soul”. Ma anche un film in uscita il 2 maggio: “Ho fatto prima il disco, poi quel film, poi si andrà in tournée e la tournée prende il titolo dell'album ‘Sei nell'anima’”, un nuovo album di inediti che diventa progetto: un disco, un libro, un film e un tour internazionale. Un viaggio nell’universo musicale e personale di Gianna Nannini tra racconti, ricordi, militanza e speranza.

 

La sua storia inizia a Siena, nella contrada dell’Oca dove “quando nasci in una contrada la prima cosa che fanno ti portano la bandiera che ti accompagna dalla nascita fino alla morte. La mia mamma mi ha partorito e subito dopo mi hanno portato una bandiera con il rullo di tamburi, credo che questa atmosfera mi abbia condizionato”. Un’infanzia che l’ha vista passare dalla vita in contrada e il momento in cui “io ho vissuto un primo Palio vinto, avevo cinque anni credo, e sono quelle cose che rimangono per sempre lì” al trasferimento in campagna “dai nove ai diciotto ho vissuto in campagna a scrivere musica e cantarla”. Senza dimenticare gli anni della scuola e dell’università “ho fatto il primo anno di università e dopo ho continuato a studiare perché mi interessava l'argomento filosofia e l'antropologia, avevo fatto lo scientifico ma avevo un male per la matematica dentro” ha scherzato. Poi il trasferimento a Milano dove ha iniziato a scrivere e cantare con il suo inconfondibile stile, come nella canzone “’America’, che è una metafora di libertà. Ero nella casa di Mauro Paolucci e lui cominciò a fare degli accordi sui quali ho iniziato a improvvisare una melodia, e poi è nato il testo”. Prima del successo, la gavetta nei bar dove “si facevano delle session con i musicisti, si facevano i Rolling Stones, e io facevo già le mie canzoni e le mischiava con questo e da lì mi sono formata”. Uno stile unico caratterizzato anche dalle tematiche forti presenti nei testi “anche a Milano c'erano discussioni sul divorzio e l'aborto, e io frequentavo dei collettivi anche di femminismo libertario e quindi lì ci si formava con l'autocoscienza si raccontavano le problematiche per trovare la libertà prima dentro e poi fuori, tirare fuori noi stesse e poi la manifestazione nel collettivo faceva il resto”. Fino al momento della scoperta del suo talento da parte di Mike Bongiorno “all’epoca non esistevano i talent scout, ma lui faceva una cosa simile con la Longari e andava alle manifestazioni. Mike Bongiorno mi prese e poi feci un provino in Rai. Venni selezionata da lui per fare un provino per la Fonit Cetra”, e poi anche da Mara Maionchi “facevo le canzoni al pianoforte e lei piangeva; da quello capii che forse ero brava. Lei era a capo della casa discografica di Battisti. Mi presero in cura, lasciandomi essere quello che ero in quel momento da cantautrice”. Un modo di fare che l’ha sempre accompagnata nella sua musica, anche nel nuovo album ‘1983’ in cui scrive di essere nata senza genere e specificando che non le piacciono le etichette della società: “Il problema è che le etichette le mettono gli altri per dividere. Invece se uno è senza etichette è perfetto perché non appartiene a un genere. Come si fa ad appartenere ad un genere in questa epoca? Secondo me si appartiene all'essere umano, soprattutto per quanto riguarda la libertà di esprimersi come essere umano”. Aiutata poi da una grande grinta che è uno dei suoi marchi di fabbrica “Se non mi stanno bene delle cose bisogna che le urli. Ho questa esigenza fisica che ho bisogno di cambiarle. Spacco tutto”. Una personalità la sua, che l’ha quasi portata a recitare accanto a Sharon Stone in ‘Basic Instinct 2’: “ero a Milano quando ricevetti una telefonata da Hollywood: ‘deve fare un provino, Sharon Stone vuole fare i Basic Instinct 2 e vuole lei’. Era impazzita per ‘Profumo’. Solo che il film era tutto in inglese, e nonostante mi fossi preparata, andando a Londra mi sentivo a disagio e il provino non andò molto bene. Alla fine, hanno tagliato la scena” racconta ridendo. Non mancano però delle riflessioni più profonde su alcuni temi, a partire dalla sua canzone più iconica: “io ho imparato a essere nell'anima. Il concetto di amarsi si basa troppo spesso sull'estetica, ma invece è importante sentire che fai la cosa giusta: una stima di te è importante perché se no non puoi relazionarti all'altro e amarlo, è vero, quindi deve accettarti e amare”. Senza dimenticare di ricordare anche i momenti meno piacevoli del suo passato, come quando il suo maestro di pianoforte “ci aveva provato quando avevo 13 anni e a quell’età non sai capire molto bene quello che sta succedendo, e non lo racconti a nessuno. Tenere dentro non fa mai bene. Quindi consiglio vivamente, quando succede qualcosa, di avvisare la persona che hai più vicina”. Ma oltre ai momenti più difficili ci sono anche momenti felici, come la nascita della figlia Penelope, per cui ha ricevuto molte critiche “che fu un po’ come subire una violenza: tutto questo massacro, tutto questo essere mediaticamente messa dappertutto per quello che facevo. Io non guardavo nulla e pensavo: ‘ognuno ha i suoi problemi. Io ho fatto quello che ho fatto e sono molto felice’” ha concluso pensando alla figlia “la canzone più bella che ho scritto è Penelope”.