La Casa di Carta come La Dolce Vita: Berlino a bagno nella fontana di Trevi per la nuova serie Netflix

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Berlino è tornato ma lo fa a modo suo spericolato! Pur essendo un personaggio moralmente ambiguo, il fratello del Professore, con la sua follia, i suoi gusti eleganti, i suoi filosofeggiamenti e un mix inatteso di fragilità nascoste, il pubblico lo ama. A raccontarlo è chi gli ha prestato il volto, l'attore galiziano Pedro Alonso - nato a Vigo, Spagna, nel 1971 - che si trova a Roma per promuovere l'uscita di Berlino, lo spin-off della saga di Alex Pina La Casa di Carta, che debutta il 29 dicembre su Netflix. Alonso ha confessato che se potesse tornare indietro nel tempo il suo sogno sarebbe «recitare al fianco del più grande e affascinate degli attori Macello Mastroianni (ieri un tuffo a Fontana di Trevi a favore dei fan increduli), per una scena della prossima stagione, mentre tra i registi italiani gli piacerebbe essere diretto da Nanni Moretti e Paolo Sorrentino. Pedro Alonso, parla di amore tranquillo per la sua compagna, di condivisione quotidiana, viaggi, ma anche di energie e meditazione, scimanismo, cammino spirituale in Messico alla ricerca di energia, passione e febbre creativa. »Pensavo di aver finito con «La casa di carta». E invece no «avevo molto da dire». La serie, in otto puntate, segue una delle rapine più straordinarie dell'iconico personaggio interpretato da Pedro Alonso, che ritorna nel ruolo dell'edonista e furbo Berlino che lo porta a rivivere i suoi anni d'oro, un periodo in cui non sapeva ancora di essere malato e non era rimasto intrappolato all'interno della zecca spagnola. Al suo fianco, anche loro nella capitale la sua nuova banda: Michelle Jenner (Isabel) interpreta Keila, un genio dell'ingegneria elettronica; Tristán Ulloa (Fariña - Cocaine Coast) veste i panni di Damián, un professore filantropo e il consigliere di Berlino. Seduto all'hotel Hassler in cima alla scalinata di Piazza di Spagna l'attore si muove, gesticola ha un sorriso leggero stampato sulle labbra non capisci se ti prende in giro, un pò come il personaggio che gli ha dato grande popolarità. Ma ammette «mi sento un privilegiato, non sapevamo cosa aspettarci è andato tutto bene, ho girato il mondo incontrato tante persone, ora è un periodo di grazia, ho anche fatto un documentario ma questa è un'altra storia». Ma cosa l'ha spinta ad accettare? «Sicuramente perchè è un ruolo interessante, mi piace spiazzare nella recitazione, in un'altra serie avevo fatto anche il prete. Poi per quanto riguarda Berlino è un egocentrico, una sorta di sociopatico, pericoloso, poi aveva questa malattia degenerativa, ma in questo prequel ancora non lo sa, comunque sia in lui esiste questo senso di famiglia è un romantico è diversa la serie, una sorta di metaverso. Ho sentito subito che questo personaggio poteva ancora dare molto. Lui porta una componente tragica in un racconto molto romantico. Ma è una serie a sè, si può guardare senza aver visto una puntata de la Casa di carta». Nel cast Julio Peña Fernández è Roi, il fedele seguace di Berlino; e Joel Sánchez interpreta Bruce, l'instancabile uomo d'azione della banda. Itziar Ituño (La casa di carta) e Najwa Nimri (La casa di carta) fanno il loro ritorno rispettivamente come le poliziotte Raquel Murillo e Alicia Sierra. Gli otto episodi della serie, creata e scritta da Álex Pina ed Esther Martínez Lobato, sono scritti da Álex Pina, Esther Martínez Lobato. Ci sono solo due cose in grado di trasformare una brutta giornata in una giornata fantastica: l'amore e un giorno di lavoro che frutta milioni«. Da qui parte il racconto, dal periodo d'oro di Berlino, quando ancora non sapeva di essere malato e stava architettando una delle sue rapine più straordinarie: far sparire, grazie a una sorta di trucco magico da illusionista, dei preziosi gioielli del valore di 44 milioni di euro. E per farlo, chiede aiuto a dei »vecchi amici«, con cui già in passato ha messo a segno dei colpi. »Berlino - aggiunge Alonso - ha una organizzazione opposta al professore cambia idea in 5 minuti, cammina su una fune«. Grande amico di Berlino è invece Damián (Tristán Ulloa) »di giorno è un accademico specializzato in ingegneria e fisica; nel tempo libero, invece, è una mente criminale. La persona perfetta per trasformare in realtà le idee impossibili di Berlino. Una curiosità: Ulloa e Alonso da ragazzini hanno frequentato la stessa scuola a Vigo, in Spagna («abbiamo iniziato a recitare a teatro, di uno spettacolo fatto insieme Alonso riocrda sia tutte le mie battute che le sue per far capire il livello di questo attore»). Anche Ullua amerebbe lavorare con Moretti, per la sua versatilità ma anche con Marco Tullio Giordana, aggiunge.