Ecuador dice "no" alle trivelle in Amazzonia dopo il referendum

EMBED
Dopo il 58% dei voti scrutinati, il 59,14% degli ecuadoriani si è opposto allo sfruttamento petrolifero nel Parco Nazionale Yasuni, una zona dell'Amazzonia ecuadoriana. Il restante 40,86% ha invece sostenuto la continuazione delle trivellazioni in alcune specifiche aree (Ishpingo, Tambococha e Tiputini) conosciute come Blocco 43. Questo referendum, tenutosi contemporaneamente alle elezioni presidenziali, ha rappresentato una significativa vittoria per Yasunidos, un gruppo ambientalista che ha guidato la campagna per proteggere Yasuni, designato riserva della biosfera dall'UNESCO nel 1989. Lo stop all'esplorazione petrolifera avvantaggia anche le popolazioni indigene in isolamento volontario che vivono nel Parco. Lo sfruttamento petrolifero nello Yasuni era stato avviato nel 2016 dall'allora presidente Rafael Correa, dopo aver visto fallire la sua innovativa proposta ai Paesi più ricchi di condividere i costi della salvaguardia ambientale, col pagamento all'Ecuador 3,6 miliardi di dollari (la metà di quanto si stimava avrebbe fruttato il petrolio) per evitare l'avvio dei pozzi del Blocco 43.