In Danimarca chiude la "strada dei pusher" a Christiania, il quartiere della droga libera

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Uno dei luoghi più visitati dai turisti e uno dei simboli della Danimarca chiude. Almeno per ora. Durante una riunione degli abitanti di Christiania, a Copenaghen, è stata presa la decisione sbarrare le porte nella via comunemente denominata la "strada dei pusher". Questo quartiere situato nella capitale danese, conosciuto per il suo particolare status di autogoverno limitato, ha da sempre una lunga storia legata alla libertà nell'uso, e nella vendita, di sostanze stupefacenti. Nel corso della serata di sabato, intorno alle 19, si è però verificata una sparatoria dove un uomo di 30 anni ha perso la vita e altre quattro persone sono rimaste ferite.

Copenaghen, chiude Christiania

«Questa situazione non può più continuare. Non deve continuare. Non possiamo permettere ulteriori perdite di vite umane,» ha dichiarato Risenga Manghezi, portavoce dell'assemblea dei residenti di Christiania, in un'intervista a DR, l'emittente di servizio pubblico danese. Ieri sera, la maggioranza del comitato del quartiere ha votato a favore di una storica decisione: chiudere la strada in cui si effettua la vendita di droga e chiedere l'intervento della polizia. «Dopo oltre 50 anni di vendita di hashish a Christiania, abbiamo deciso che 'Pusher Street' verrà chiusa,» ha aggiunto la portavoce. La sparatoria di sabato è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, a seguito di un aumento della violenza tra gang rivali che si contendono il mercato della droga in questo luogo unico in Danimarca, dove la pratica è stata tollerata dalle autorità danesi per decenni. Non è il primo omicidio in quella strada; nel 2022 è stato ucciso un uomo di 23 anni e nel 2021 uno di 22 anni. In un comunicato i residenti di Christiania hanno spiegato di non avere «le risorse o il potere per chiudere Pusher Street e mantenerla chiusa», nonostante tentativi spontanei già fatti all'inizio del mese. «Fino a quando ci sarà un vasto commercio illegale di cannabis, ci sarà una battaglia violenta e mortale per il controllo del mercato. Una soluzione sarebbe un mercato regolamentato dallo Stato. Ma non possiamo aspettare. I processi politici sono lenti, mentre le bande agiscono in modo rapido e brutale,» ha concluso il comunicato.